Quali tipi di connessione esistono in Italia e qual è l’equivoco sulla copertura della rete

Quali e quanti tipi di connessione esistono nel nostro Paese e quale è, effettivamente, la copertura del 5G?

05/06/2023 di Redazione Giornalettismo

Quanti e quali tipi di connessione esistono in Italia? Quando si parla di banda ultra larga si intende quella che permette una velocità di connessione effettiva pari a almeno 30 Mbit/s mentre banda larga prevede una velocità di connessione superiore a 2Mbit/s. In Italia – e in Europa – per l’utilizzo che si fa di internet, con la digitalizzazione sempre più massiccia e necessaria in ogni ambito, la velocità di connessione a internet diventa un requisito senza il quale non è possibile rispettare tutta una serie di obiettivi.

LEGGI ANCHE >>> Banda ultralarga: il gap è tra Italia ed Europa, centro e periferia. Le mappe

Quanti e quali tipi di connessione

Posto che, come abbiamo già specificato, la connessione dell’Italia alla fibra è parecchio indietro rispetto agli obiettivi prefissati, quanti e quali tipi di connessione esistono nel nostro Paese attualmente? La necessità di banda larga per le attività quotidiane diventa sempre più pressante ma – come è possibile ricostruire grazie alle mappe di copertura di reti pubbliche e reti private di AGCOM – le esigenze degli utenti si sono spostate sempre più verso lo streaming video per un totale di 44,3 milioni di ore mensili che gli italiani passano tra Twitch e Youtube, tra Netflix e Amazon Prime Video (e tutte quelle piattaforme che, più di altre, offrono contenuti in formato video).

La peggiore o migliore fruizione di questo tipo di contenuti dipende dalla qualità della rete all’indirizzo dalla quale se ne fruisce. Ci sono diverse proposte commerciali che possono soddisfare le esigenze di navigazione ma – ovviamente – tutto dipende dalla copertura di rete e dalla massima velocità raggiungibile nel luogo da dove ci si collega. Le connessioni possono essere di diversi tipi (partiamo dalla connessione più lenta a quella più veloce):

  • ADSL: nota ormai da oltre vent’anni, questa connessione permette la trasmissione dei dati sulle linee telefoniche tradizionali ed è quindi legata alla connettività fissa. Le tipologie più recenti hanno permesso di raggiungere una velocità di connessione di 20 Mbit/s (valore puramente indicativo se si considera che, in media, con l’ADSL si naviga a circa 7 Mbit/s). Questo tipo di connessione, attualmente, è superata e non riesce a fornire la minima velocità richiesta per moltissimi dei servizi attualmente presenti sul web.
  • FTTC: si tratta della tecnologia Fiber To The Cabinet, la fibra ottica. Questo tipo di connessione sfrutta un cavo sottilissimo con un’anima in vetro speciale che permette di trasportare un segnare il luce su distanze molto lunghe senza che ci sia degradazione del segnale. Per questa tipologia di connessione è necessario l’utilizzo di un modem che converta questi segnali di luce in segnali digitali e viceversa. Vengono garantiti, a seconda dell’operatore scelto e del tipo di tecnologia usata per diffondere il segnale di luce, un minimo di 1 Gbps fino a 2,5 Gbps o 5 Gbps. Esiste la FTTC+, che ne è un potenziamento, che supporta fino a 200 Mbit/s di velocità.

Ci sono poi le connessioni wireless e quelle più moderne – necessarie per fruire dei servizi di streaming video – sonoLTE e 5G. Per quanto riguarda la connessione domestica, invece, conviene puntare su servizi FTTC o FTTH.

L’equivoco sulla copertura della rete 5G

Quando si parla di connessione e connettività, inoltre, c’è un equivoco – che avevamo già approfondito in precedenza – che vedrebbe l’Italia in cima ai Paesi che offrono il 5G a una porzione maggiore della popolazione (addirittura tra il 96% e il 99,7% secondo l’ultimo report DESI). Quale è l’equivoco? Il dato in questione viene definito tramite il Dynamic Spectrum Sharing, ovvero la possibilità degli operatori di utilizzare lo spettro delle frequenze sfruttate per il 4G nel calcolo totale della copertura 5G. La verità, però, è che prendendo come riferimento il dato pure delle frequenze 5G che si basano su infrastrutture 4G, l’Italia scende addirittura al 7,3% che è – a livello europeo – uno dei dati più bassi di tutti.

Il 5G è necessario – in Italia e nel resto d’Europa – non solo per i servizi offerti da Big Tech ma per tutti quelli offerti su internet che, quanto più passa il tempo tanto più avranno bisogno di una connessione alla rete rapida ed efficiente.

Share this article