Banda ultralarga: il gap è tra Italia ed Europa, centro e periferia. Le mappe

Tanto l'Europa quanto l'Italia evidenziano situazione diversissime in quanto alla velocità di rete

06/05/2021 di Daniele Tempera

Lo rilevano i dati di Okla, azienda leader nella rilevazione dei test di velocità di rete, relativi agli ultimi 4 mesi del 2020. L’ennesima conferma che in molti, in Italia, hanno sperimentato gli effetti più duri del digital divide proprio nei mesi più critici della pandemia.

Un ritardo che è già costato molto in termini di istruzione, produzione di ricchezza e lavoro. Mentre gli italiani sperimentavano gli effetti della seconda ondata di Covid-19, non pochi si sono trovati nell’impossibilità di lavorare a distanza o di seguire i corsi in Dad. Dopo le molte segnalazioni, oggi arriva anche la conferma da una delle aziende leader negli speed test di rete. Okla ha rilasciato i dati raccolti dagli utenti in ogni comune europeo negli ultimi quattro mesi del 2020. Dati che sono poi stati elaborati e resi fruibili da Edj Network. E le rilevazioni che pongono l’Italia in linea con i paesi dei balcani, piuttosto che con quelli dell’Europa Occidentale e del Nord.

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Mappa Europa velocità di rete banda ultralarga

Come è facile osservare dalla mappa sopra, c’è un gap innegabile tra aree urbanizzate e rurali, centro e periferia, che è già un indice tangibile di disuguaglianza sociale. La regione che fa registrare la migliore performance è infatti l’area dell’Ile de France, la più popolosa tra le 18 regioni francesi, che comprende anche Parigi. Qui la media dei download ha sfiorato i 200mbps, un risultato che centra e sorpassa gli obiettivi Ue per la banda larga relativi al 2025.

Risultati ottimi sono conseguiti anche dalla Comunità di Madrid, dall’enclave spagnola di Ceuta, in Marocco, e dalla città di Barcellona. La Spagna è infatti il primo paese di una certa dimensione a ottenere una cablatura in banda larga estesa su tutto il territorio in grado di coprire anche le aree più periferiche. Il piano spagnolo basato su una serie di incentivi erogati a privati che intendono investire nella costruzione delle reti di ultima generazione è prossimo a raggiungere agli obiettivi stabiliti; attualmente la nazione iberica vanta una delle reti più efficienti del Continente.

Ma la vera sorpresa è costituita dalla Romania. Nel paese sono coperte circa il 68,1% delle abitazioni con reti ad alta velocità. La ricetta? Un uso oculato dei fondi di sviluppo europei e delle infrastrutture spesso da creare ex-novo: un mix che rende oggi la Romania all’avanguardia della transizione digitale UE. E l’Italia?Volgendo gli occhi alla mappa del nostro Paese lo sconforto è quasi d’obbligo.

La mappa della velocità di rete Italia

L’evidenza più lampante è infatti l’enorme differenza di performance di rete tra centri urbani e periferia. L’impressione è che nelle aree più impervie del nostro Paese (come le comunità montane, ad esempio) Internet assomigli ancora più a un lusso che a una premessa basilare per la crescita e lo sviluppo. Un ritardo che sembra originato anche da problemi infrastrutturali: sono infatti le regioni montane, appenniniche e alpine a scontare i ritardi maggiori, ma anche larghe aree di Veneto, Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte.
Cade invece, almeno in quest’ambito, il dualismo fra Nord e Sud. Non esiste un settentrione progredito e un meridione arretrato: la geografia del Paese è infatti a macchia di leopardo. Una geografia che sembra essere connessa con i ritardi del piano di Banda Ultralarga e con la mancata copertura delle cosiddette aree grigie e bianche, ovvero quelle definite a fallimento di mercato dove opera Open Fiber, società creata da una joint venture di Enel e Cassa Depositi e prestiti. Ritardi che sembrano essere, almeno in parte, recuperati nella prima parte del 2021, ma che costituiscono ancora un pesante tallone d’Achille sulla ripartenza e sullo sviluppo dell’intero Paese.
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