Putin ha detto no all’utilizzo di un suo sosia nelle apparizioni pubbliche
27/02/2020 di Enzo Boldi
Si dice che ognuno di noi avrebbe sette sosia al mondo. I consiglieri di Vladimir Putin ne avevano trovato almeno uno e avevano consigliato al presidente russo di mandare lui in ‘avanscoperta’ durante alcune apparizioni pubbliche. A rivelarlo è stato lo stesso leader russo in un’intervista all’agenzia giornalistica Itar-Tass. Il periodo citato è quello a cavallo tra la fine del vecchio e l’inizio del nuovo Millennio, quando era in corso l’offensiva della guerra in Cecenia.
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«Ho rifiutato di avere un doppione – ha detto Vladimir Putin alla Tass -. È stato durante i tempi più duri della lotta al terrorismo». Inizio anni 2000, quando il capo di Stato russo aveva dato il via all’offensiva in Cecenia. E proprio in quel periodo ci sono state diverse occasioni in cui il presidente della Russia si era recato in quelle zone di pieno conflitto. Secondo quanto raccontato da lui, alcuni consiglieri avevano detto di mandare un suo sosia al posto suo, ma lui si è sempre rifiutato.
Vladimir Putin smentisce la storia dei sosia
La risposta di Vladimir Putin serve a mettere a tacere le voci che si inseguono da tempo. Da diversi anni, infatti, si è sospettato che il presidente russo – in alcune apparizioni pubbliche – non fosse realmente lui, ma un doppione. Una persona che gli somigliava talmente tanto da non far destare alcun sospetto sulla veridicità della sua presenza. Rumors che non hanno mai trovato conferma, ma hanno trovato una vasta letteratura di gossip.
Le leggende su Saddam Hussein e i “complotti” della Cia
Voci al pari di quelle comparse, e uscite nuovamente negli ultimi giorni, sulla presunta morte di Vladimir Putin nel 2014. Ricostruzioni che parlano di una sostituzione gestita dalla Cia e dalla MI6 (i servizi di intelligence di Londra) con la sostituzione di Vladimir Putin con un sosia. Insomma, storie che ricordano molto da vicino le leggende metropolitane sui sosia di Saddam Hussein.
(foto di copertina: da Pixabay)