Le motivazioni dietro le proteste sindacali dei dipendenti Apple

I dipendenti Apple che stanno protestando lo fanno, in sostanza, perché i valori che l'azienda professa siano rispettati

01/05/2022 di Ilaria Roncone

A iniziare la lotta sindacale sono stati i dipendenti dell’Apple Store del Cumberland Mall di Atlanta. I dipendenti hanno scelto di scrivere una lettera aperta per spiegare le motivazioni dietro questa scelta. Cosa mirano ad ottenere con le proteste sindacali Apple? Un compenso equo, trasparenza sulla presunta disuguaglianza salariale all’interno dell’azienda, l’impegno affinché le persone BIOPOC possano arrivare a ricoprire ruoli dirigenziali, una maggiore sicurezza nei negozi quando si tratta di Covid 19.

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Le motivazioni dietro le proteste sindacali Apple

«Vogliamo avere una voce nel nostro posto di lavoro – ha affermato un’impiegata nel commercio al dettaglio, come riporta The Verge – Lo facciamo perché amiamo Apple e il nostro lavoro e perché vogliamo essere sicuri di poter continuare ad amare l’azienda come facciamo ora. Non è nostra intenzione voltare le spalle all’azienda». Nella lettera si parla di proteste per assicurarsi che «i valori pubblici di Apple si allineano con i nostri» poiché «siamo qui per essere all’altezza di questi valori e vogliamo che anche Apple lo faccia».

Il riferimento ai valori che Apple manca di sostenere è, innanzitutto, quello del trattamento dei dipendenti durante la pandemia: i manager dei negozi, secondo i dipendenti, avrebbero fatto pressione affinché venissero a lavoro pur presentando sintomi Covid. La pressione è stata tanta nell’organizzazione del lavoro in pandemia: «Aprire, chiudere, il lavoro da casa, non avere voce in capitolo su come si stavano svolgendo le cose, i clienti che non indossavano le mascherine».

Quello che i dipendenti vogliono, in sostanza, è avere una voce che l’azienda – in particolare la dirigenza – ascolti concretamente. Con Apple che continua a macinare successi, la sensazione dei dipendenti dei negozi fisici è quella di essere stati lasciati fuori (attualmente il compenso parte da 20 dollari l’ora con l’opportunità di aumento salariale che varia dall’1% al 4% ma che, tuttavia, non sta al passo con inflazione e aumento del costo della vita).

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