Giornali che non lo sono (ufficialmente): una panoramica delle nuove realtà editoriali nate sui social network

Si tratta di progetti editoriali nati nel corso degli ultimi anni e che utilizzano principalmente i social per pubblicare dei contenuti studiati appositamente per queste piattaforme oppure per pubblicizzare il proprio lavoro

21/02/2023 di Giordana Battisti

«I giovani non leggono i giornali» è una frase che spesso si sente ancora dire ma è anche un luogo comune, una generalizzazione banale come tutte. Ad oggi, in realtà, i giornali di carta sono sempre meno acquistati dal momento che la modalità online di fruire dell’informazione online è quella più diffusa e, per tornare ai giovani, è possibile sia vero che l’informazione tradizionale non sia interessante per loro anche perché raramente parla di loro o dei temi che reputano più interessanti.

Nel corso degli ultimi anni e in particolare durante la pandemia sono nati alcuni progetti editoriali sui social network che trattano argomenti che incontrano la sensibilità della Generazione Z come il cambiamento climatico o i diritti LGBTQ+, per fare degli esempi. Si tratta di progetti come Will Media e Torcha, fondate nel 2020, e come il più “anziano” Factanza, fondato nel 2019. Nessuna tra queste è una testata registrata, si tratta di progetti che hanno l’obiettivo di produrre e pubblicare contenuti informativi e che hanno una presenza sui social network molto evidente con infografiche, storie, video e post pensati appositamente per queste piattaforme. È evidente che le redazioni di ognuno di questi “giornali a mezzo social” curino tanto il piano editoriale quanto quello pensato per i social, in particolare Instagram, che è la piattaforma che consente di diversificare i contenuti scegliendo tra quelli grafici, testuali o video. Di recente sempre più testate giornalistiche tradizionali hanno anche deciso di iniziare a utilizzare TikTok, che grazie al modo in cui funziona consente di raggiungere un elevato numero di persone: sia La Repubblica che il Corriere della Sera aggiornano regolarmente i propri account con dei contenuti video.

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I principali progetti editoriali nati e cresciuti sui social network

Will Media si definisce sul suo sito Web «una community online di più di 1,9 milioni di persone». Will Media crea contenuti multimediali in diversi formati dedicati alla propria community che vengono pubblicati su tutte le principali piattaforme social. Will Media è stata fondata da Alessandro Tommasi, che ne è tuttora l’amministratore delegato, e da Imen Jane. A giugno del 2022 Will Media è stata acquistata da Chora Media, una società italiana che produce podcast fondata nel 2020 e di cui Mario Calabresi è amministratore delegato. Anche Chora Media produce contenuti informativi utilizzando un formato che negli ultimi anni è diventato molto popolare anche nel mondo del giornalismo e utilizza molto i social network, in particolare Instagram, per promuovere questi contenuti. «Torcha è informazione affidabile sui social media» si legge sul sito Web. Il progetto editoriale ideato da Marco Cartasegna che su Instagram conta 555mila follower ha l’obiettivo di «avvicinare i giovani all’attualità, alla politica e all’economia con contenuti pensati per essere fruiti sullo strumento che utilizziamo di più – lo smartphone – e in particolare dove passiamo più tempo – i social media». Factanza è il progetto editoriale di Bianca Arrighini e Livia Viganò iniziato proprio come pagina di informazione su Instagram e poi diventato una start-up. Ad oggi conta 660mila follower e il suo obiettivo è di «rivoluzionare il mondo dell’informazione» prendendo le distanze dall’informazione tradizionale e utilizzando i social network per rivolgersi ai giovani e offrire loro un’informazione di qualità.

Di progetti nati con lo scopo di reinventare il modo di fare giornalismo sfruttando alcuni strumenti digitali talvolta meno dispendiosi ce ne sono molti, alcuni meno noti di quelli menzionati prima. Scomodo, per esempio, è un progetto editoriale nato nel 2016 dall’idea di Tommaso Salaroli e Edoardo Bucci di fondare una rivista che fosse anche un movimento culturale. La redazione è composta perlopiù da persone sotto i 25 anni che lavorano a diversi progetti e gestiscono anche l’account Instagram @leggiscomodo che ha più di 72mila follower. Ci sono progetti che hanno reinventato il modo di fare una rassegna stampa come Rassegnally, che ogni giorno utilizza le storie di Instagram per spiegare le notizie più rilevanti del giorno e Sveja, una rassegna stampa in formato podcast riguardante la città di Roma.

Infine, ci sono i progetti che non hanno abbracciato direttamente la nuova logica dell’informazione che passa attraverso i social network ma che ovviamente non possono tralasciare questa parte importante di presenza online per pubblicizzare e far conoscere agli interessati propri progetti. Slow News, per esempio, è la testata online diretta da Alberto Puliafito e che si ispira ai principi dello slow journalism anche in risposta alla crisi del giornalismo tradizionale. Infine, Giornalettismo ha intervistato di recente Cristina Sivieri Tagliabue, direttrice di La Svolta, un giornale online che esiste da circa un anno e che tratta temi legati principalmente ai diritti e all’ambiente e che ha deciso di allontanarsi dall’informazione che ha avuto un grande successo di recente, fatta di video e immagini, per ritrovare il piacere di un’attività come la lettura.

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