Facebook non farà più microtargeting per orientamento sessuale, razza, preferenze politiche e religiose

L'annuncio è comparso sul blog ufficiale di Meta: dopo il cambio di nome, anche un cambio di direzione nel tracciamento degli utenti

10/11/2021 di Gianmichele Laino

Continua l’operazione di redifinizione di Facebook. E non stiamo parlando soltanto del concetto di metaverso. Meta, in un post sul blog ufficiale, ha comunicato la sua intenzione di fermare le operazioni di profilazione degli utenti che utilizzano i social network del gruppo (Facebook e Instagram) relativamente ad alcune aree strettamente personali. Quindi, niente più contenuti proposti e definiti per orientamento politico, orientamento sessuale, salute, etnia, religione.

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Profilazione degli utenti su Facebook, la nota di Meta

«A partire dal 19 gennaio 2022 – si legge nel post del blog di Meta – rimuoveremo le opzioni di targeting dettagliato relative ad argomenti che le persone potrebbero percepire come sensibili, come le opzioni che fanno riferimento a cause, organizzazioni o personaggi pubblici relativi a salute, razza o etnia, affiliazione politica, religione o orientamento sessuale». La domanda che l’utente medio del social network è: ma perché Facebook utilizzava queste aree e questi settori per profilare gli utenti? Ovviamente, l’obiettivo era quello di favorire gli inserzionisti: questi ultimi, in questo modo, avevano a disposizione una audience molto profilata per pubblicizzare i loro prodotti, con maggiori possibilità – dunque – di intercettare dei clienti interessati.

La direzione presa da Facebook sembra andare nella direzione di quella annunciata – e poi messa in stand-by – da Google. Il motore di ricerca aveva annunciato uno stop alle profilazioni per singolo utente (quelle che avvengono – per intenderci – con i cookies): al loro posto aveva proposto la strategia dei Flocs, coorti di utenti accomunate dagli stessi interessi, con garanzia di protezione del singolo utente dall’individuazione del suo profilo personale.

«Abbiamo ricevuto preoccupazioni da esperti sul fatto che opzioni di targeting come queste – ha scritto Meta – potrebbero essere utilizzate in modi che portano a esperienze negative per le persone in gruppi sottorappresentati». Un passo in avanti per una migliore esperienza sulle sue piattaforme. Esattamente quello che si richiede al gruppo di Menlo Park da più direzioni, soprattutto in seguito alle rivelazioni della whistleblower Frances Haugen, che hanno messo in luce quanto l’azienda – in passato – abbia anteposto i profitti e la sua crescita alle reali attenzioni nei confronti degli utenti.

FOTO – IPP/zumapress

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