C’è la possibilità di capire se sei parte dell’esperimento di Google sui FloC

Un portale controlla l'ID per capire se fai parte (a tua insaputa) della sperimentazione di Mountain View

28/04/2021 di Gianmichele Laino

Google FloCs è realtà. Lo stiamo scoprendo proprio in questa fase, con il colosso di Mountain View che ha iniziato la sua sperimentazione per la novità nel tracciamento dei dati dell’utente e – di conseguenza – della sua profilazione per il mercato pubblicitario. Lo abbiamo detto già in altre circostanze: questo metodo di raccolta dei dati degli utenti si nasconde sotto la bandiera di un maggior rispetto della privacy, ma rischia di essere deleterio sotto altri punti di vista. In primo luogo la possibilità di entrare in un algoritmo che, in qualche modo, potrebbe essere discriminante; in secondo luogo per gli operatori del mercato pubblicitario che, fino a questo momento, hanno settato le proprie campagne sulla base dei dati di Google e che adesso, invece, si vedono sbattere le porte in faccia. Inevitabile, dunque, che gli investitori cercheranno strade alternative (e non è detto che queste ultime siano a vantaggio dell’utente finale).

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Google FloCs, la sperimentazione è iniziata e io non so cosa mettermi

Al di là delle speculazioni filosofiche, in ogni caso, Google FloCs ha iniziato la sua sperimentazione e questo è un dato di fatto che va accettato. Funzionerà? Intanto, il colosso dei motori di ricerca ha bisogno di un campione sul quale capirlo. E di certo non ha chiesto il permesso: al momento, infatti, si sa che lo 0,5 dei suoi utenti in determinati territori sono stati messi sotto la lente d’ingrandimento per sperimentare questo nuovo sistema di raccolta dei dati. Stando a quanto affermato da Google, si tratterebbe – per il momento – di Paesi come la Nuova Zelanda, l’Australia, il Brasile, il Canada, l’India, l’Indonesia, il Giappone, le Filippine e – ovviamente – gli Stati Uniti (non sarebbe stato un campione effettivamente rappresentativo, senza stelle e strisce).

All’appello mancano i Paesi europei, dove le norme sul mercato digitale (e sulla privacy) sono più stringenti. Google, evidentemente, non ha voluto rischiare. Nel frattempo, comunque, il team di Electronic Frontier Foundation – da sempre molto critico con questo nuovo schema di raccolta dati da parte di Google – ha creato un modo per capire se il singolo utente è compreso in questa nuova sperimentazione, a sua insaputa. Una piattaforma – chiamata Am I FloCed? – analizza l’ID del tuo browser e offre una risposta automatica in merito alla sperimentazione: se non si è tracciati, allora non si fa parte della sperimentazione.

FloCs classificherà gli utenti in base alla loro coorte di appartenenza: non prenderà in considerazione il gradimento di un singolo user, ma lo inserirà nell’ambito di un insieme di utenti con i medesimi interessi. Sarà davvero questo il futuro della profilazione? L’Europa deve vigilare. Attentamente.

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