La proposta di multare i siti non trasparenti rispetto ai cookie in Europa

Sono troppi i siti che rendono difficile non accettare i cookie e un gruppo che protegge la privacy in Europa vuole denunciarli tutti

31/05/2021 di Ilaria Roncone

Multe salate a quei siti che rendono troppo complicato gestire i cookie di tracciamento. L’idea arriva da Noyb – acronimo di Non Of Your Business, ovvero “non sono affari tuoi” – un’organizzazione senza scopo di lucro con sede a Vienna -. Quando si tratta di cookie «per legge agli utenti deve essere data una chiara opzione sì/no», ha chiarito il gruppo, facendo riferimento al regolamento Regolamento sulla protezione dei dati europeo (GDPR). Accettare i cookie cliccando su sì quando entriamo nei siti, di base, significa permettere ai provider del sito su cui stiamo navigando di profilarci per scopi specifici principalmente legati al marketing e alla pubblicità. Noyb sta accusando centinaia di siti di non rispettare la privacy degli utenti e di non dare loro concretamente la possibilità di dire no e li sta avvisando dell’intenzione di procedere con una serie di denunce cookie.

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Centinaia di denunce cookie per violazione privacy

Sono state presentate una serie di denunce online da parte di Noyb, che vuole fare luce su quello che chiama “cookie banner terror”. Nel 2018 il GDPR in Europa è stato implementato e, da allora, i siti hanno iniziato ad essere più aggressivi. In alcuni casi, per esempio, gli utenti sono obbligato a revocare il consenso a decine di parti terze individualmente – togliendo il tic, in sostanza – e il procedimento può durare anche diversi minuti. In altri casi, invece, le persone vengono indotte a cliccare sul famoso “accetta tutto” perché messo deliberatamente in evidenza tramite colori e dimensioni del pultante. Questo modo di fare, afferma Noyb, è fatto apposta per rendere «estremamente complicato fare clic su qualsiasi cosa tranne il pulsante ‘accetta’».

Il sistema automatizzato di Noyb per individuare le violazioni

Tutti i siti che si comporterebbero in maniera non regolare in tal senso sono stati individuati grazie a un sistema automatizzato creato dal gruppo che può rintracciare tali violazioni andando a generare un reclamo ai sensi del GDPR. Le multe previste per chi non rispetta le regole cookie possono arrivare anche a 20 milioni di euro o al 4% delle entrate globali di un’azienda. «La maggior parte dei banner non è conforme ai requisiti del GDPR», fa sapere Noyb, e di cinquecento pagine ben l’81% non prevedeva l’opzione di “rifiuto” nella prima pagina. Il 73%, invece, provava a indurre gli utenti a cliccare sul pulsante “accetta” tramite l’utilizzo di «colori e contrasti ingannevoli». Nel 90% dei casi – come riporta BBC – non veniva mai fornito un modo semplice e immediato per revocare il consenso.

Il gruppo si sta occupando di inviare almeno 10 mila reclami ai siti web più visitati in tutta Europa con annesse le istruzioni su come modificare le impostazioni. Per le aziende che non si conformeranno entro un mese verrà presentata una denuncia formale. «In caso di successo – hanno affermato da Noyb – gli utenti dovrebbero vedere opzioni semplici e chiare ‘sì o no’ su un numero sempre maggiore di siti Web nei prossimi mesi».

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