Phishing Polizia di Stato: mail truffa che allude a un’indagine penale a carico del destinatario

A segnalare la campagna di phishing Polizia di Stato sono state le autorità stesse, chiarendo come nessuna forza di polizia procederebbe mai in questo modo

19/01/2022 di Ilaria Roncone

L’arte della truffa online – in questo caso via mail – si fa sempre più sofisticata. Tanto da spingere la pagina Facebook del Commissariato di PS Online italiano a segnalare una campagna di phishing di cui molti potrebbero essere stati vittima. Vedendo un esempio della mail che si potrebbe ricevere, è evidente come l’azione dei truffatori nel caso del phishing Polizia di Stato appaia ben fatto – con loghi Repubblica Italiana, del Ministero dell’Interno, di Europol o della Polizia e «nomi del Direttore Centrale Anticrimine della Polizia di Stato, così come del Capo della Polizia, del Direttore della polizia postale e di altri rappresentanti delle forze dell’ordine», come si legge nella comunicazione della polizia -.

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L’avviso di contrasto al phishing Polizia di Stato

Le forze dell’ordine hanno chiarito che chiunque riceva una mail di questo tipo, in cui gli viene notificato che è stata aperta un’indagine penale a suo carico, è vittima di una truffa: «Il tutto – chiarisce la polizia – allo scopo di causare agitazione nel destinatario, inducendolo a ricontattare i truffatori ed esponendosi in tal modo a successive richieste di pagamenti in denaro o comunicazione di propri dati personali».

Lo scopo è il solito, la prassi sempre più sofisticata. «Attenzione! la polizia postale raccomanda di diffidare da simili messaggi – si conclude nel post Facebook – Nessuna forza di polizia contatterebbe mai direttamente i cittadini, attraverso email o messaggi, per richiedere loro pagamenti in denaro o comunicazioni di dati personali, dietro minaccia di procedimenti o sanzioni penali».

Nonostante sia ben fatto, gli indizi della truffa ci sono

Andiamo ad analizzare il messaggio in questione, che la polizia ha diffuso tramite i suoi canali social. Per un cittadino che non ha dimestichezza con questioni di questo tipo, la cosa può sembrare seria: loghi, firme e timbri (quello che spunta in basso nel foglio) sono presenti. Leggendo poi i reati che sono notificati in rosso (pedopornografia, pedofilia, cyber pornografia, esibizionismo, traffico sessuale e razzismo) l’ansia dell’utente che riceve questo messaggio non fa che aumentare, spingendolo immediatamente a contattare l’indirizzo mail indicato finendo dritto dritto in trappola.

Bisogna però rimanere lucidi e notare, innanzitutto, come una notifica del genere via mail sia quantomeno sospetta – come ha specificato anche la polizia stessa – e che una richiesta come quella di «segnalare via e-mail, scrivendo le vostre giustificazioni in modo chepossano essere analizzate e riviste per valutare le sanzioni» suoni molto strana. Mettiamo in evidenza anche l’errore di battitura, elemento che – dopo un’attenta analisi – è forte indicatore del fatto che si tratti di un messaggio falso.

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