Pernigotti, come è fallito l’ultimo «successo» di Di Maio al Mise

29/09/2019 di Redazione

La carriera di Luigi Di Maio come ministro dello Sviluppo Economico si sarebbe dovuta concludere con un successo. Il 6 agosto scorso – le immagini sono state divulgate su tutti i social network a imperitura memoria -, il leader del Movimento 5 Stelle è stato immortalato mentre offriva soddisfatto i cioccolatini Pernigotti a tutti i rappresentanti delle parti sociali dopo aver salvato i 150 posti di lavoro grazie a un accordo con due cordate di imprenditori pronti a rilevare il settore gelati e il settore cioccolato dell’azienda di Novi Ligure.

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Pernigotti: il fallimento dell’ultimo atto di Di Maio come ministro dello Sviluppo Economico

Invece, la famiglia turca Toksöz ha messo di nuovo i bastoni tra le ruote a Luigi Di Maio, che adesso non è più ministro dello Sviluppo Economico, ma ministro degli Esteri. La trattativa tra le due aziende interessate ai due rami della Pernigotti e il gruppo turco primo produttore al mondo di nocciole si è arenata nella giornata di ieri. Ora, Di Maio – che non occupa più il ministero di via Veneto – ha lasciato la patata bollente al suo successore, Stefano Patuanelli che certo non si aspettava di ereditare una vertenza ancora in sospeso (dopo che la propaganda pentastellata l’aveva data per conclusa in maniera trionfale).

Ma cosa è successo alla Pernigotti? L’azienda doveva essere sdoppiata: il ramo gelati sarebbe stato inglobato negli affari dell’imprenditore emiliano Giovanni Empendatori; il ramo cioccolato, invece, sarebbe stato rilevato dal gruppo torinese Spes. Nel primo caso, la trattativa si è arenata il 25 settembre, mentre nel secondo caso, nella giornata del 27, il contratto preliminare è stato stralciato in considerazione del fatto che la trattativa del comparto gelati si era arenata. In effetti, le due trattative erano collegate e il fallimento dell’una avrebbe comportato anche quello dell’altra.

Cosa è successo nella trattativa per la Pernigotti

Va da sé che la preoccupazione dei lavoratori della Pernigotti è tornata alle stelle: i posti di lavoro sono di nuovo a rischio e si è tornati al punto di partenza. Il gruppo turco non ha nessuna intenzione di perderci nella trattativa. Lo si era già capito all’inizio, nonostante le dichiarazioni rassicuranti di Luigi Di Maio. Quest’ultimo non ha diviso le due trattative e le ha legate tra loro, anche quando sono state condotte da due gruppi imprenditoriali diversi sotto l’egida del Mise. Alla prima distrazione e dopo la crisi di governo, con le carte in tavola che sono cambiate, si è subito passati al contrattacco. Prima di cantare vittoria (e di scartare cioccolatini) bisognerebbe aspettare le firme sui contratti.

FOTO: ANSA/CLAUDIO PERI

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