Trattativa Stato-Mafia, ad Atlantide le parole del pentito Riggio: “A Capaci persone esterne a Cosa Nostra”

Nel programma di La7 vengono trasmesse le parole del pentito durante una recente deposizione che riaprono le polemiche su chi c'era davvero dietro alle stragi

19/11/2020 di Redazione

Nuove rivelazioni sulla cosiddetta trattativa Stato-Mafia dopo le dichiarazioni del pentito Riggio ad Atlantide. La trasmissione di La7 condotta da Andrea Purgatori ha infatti trasmesso alcuni spezzoni delle deposizione rilasciata da Riggio a fine ottobre, rilanciando la figura del collaboratore di giustizia come quella del nuovo Tommaso Buscetta.

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Le parole del pentito Riggio ad Atlantide

Nel video trasmesso con le parole del pentito Riggio ad Atlantide, il collaboratore di giustizia rivela che “hanno fatto di tutto per chiudermi la bocca” promettendo ai giudici che “io la bocca non la chiudo più” e ricordando di aver già messo a verbale “tutto quello che avevo da dire”. E proprio quello che Riggio ha svelato ai giudici di essere stato minacciato da appartenenti allo Stato, spiegando che “la mafia non mi ha mai cercato” e che “chi mi ha minacciato ha una divisa e appartiene allo Stato”. Nella deposizione Riggio ammette di voler portare alla luce tutto quello che sa sulla trattativa Stato-Mafia e sulle strage del 92-93, aggiungendo un sibillino “ancora ho detto poco”.

Tra le rivelazioni che la trasmissione fa sentire, c’è quella sull’omicidio del boss Luigi Ilardo, pochi giorni dopo essere diventato collaboratore di giustizia. Riggio infatti racconta di aver parlato col cugino di Ilardo, che avrebbe confermato che solo pochissime persone sapevano della decisione del boss di collaborare con la Stato per raccontare la sua verità sulla mancata cattura di Bernardo Provenzano nel 1995 e sul rapporto tra la mafia, istituzioni deviate e massoneria. E su chi fosse il mandante, racconta Riggio, il cugino di Ilardo non aveva dubbi: “Se lo sono venduti lo Stato ma non potendolo fare loro l’omicidio, lo hanno fatto fare tramite appartenenti a Cosa Nostra”. La vera bomba della deposizione del pentito Riggio ad Atlantide arriva però sull’attentato di Capaci, in cui persero la vita Giovanni Falcone, la moglie e tre membri della sua scorta. Sul tema infatti Riggio ribadisce ancora una volte le confidenze ricevute da Giovanni Peluso, l’ex poliziotto e 007 accusato d aver partecipato attivamente alla strage, che gli avrebbe confermato che alla strage erano presenti anche “persone esterne a Cosa Nostra” e che gli avrebbe chiesto se “Brusca è ancora convinto che il telecomando  lo ha schiacciato lui?” per poi ribadire che nel momento della strage “c’erano altre persone” perché “quattro ‘viddani'” non avrebbero mai potuto fare una cosa del genere.

Le altre interviste oltre le parole del pentito Riggio ad Atlantide

Oltre alle parole del pentito Riggio ad Atlantide è intervenuto anche il giudice Nino Di Matteo che proprio basandosi sulla deposizione di Riggio trasmessa dal programma di La7 ha parlato di “analogie con Tommaso Buscetta” sostenendo che il collaboratore di giustizia “sta provando a parlare dei rapporti osceni che la Cosa Nostra ha avuto con il potere”. E proprio sulla trattativa Stato-Mafia Di Matteo ha ricordato come “l’attentato del ’94 allo stadio Olimpico fallì per un mancato funzionamento del congegno che avrebbe dovuto attivare l’esplosivo” e che se quell’attentato fosse riuscito “avrebbe cambiato la storia del nostro Paese” perché “lo Stato sarebbe stato messo definitivamente in ginocchio”. Sul tema il giornalista Saverio Lodato sostiene che “le stragi del ’93-94 mettono in evidenza la presenza dello Stato e lasciano intravedere sullo sfondo la manina della mafia…”, mentre l’ex membro del pool antimafia Leonardo Guarnotta sottolinea che “il terrorismo, nero o rosso, costituisce qualcosa che è esterno al corpo dello Stato” mentre “la mafia è all’interno dello Stato”.

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