Falcone, l’omicidio di Mattarella e quelle relazioni tra la mafia e i terroristi neri «che potrebbero riscrivere la storia del Paese»

23/12/2019 di Redazione

Spararono a Piersanti Mattarella, il 6 gennaio 1980. In questi giorni, in occasione del 40° anniversario dell’omicidio Mattarella, presidente della Regione Sicilia, fratello dell’attuale presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stato pubblicato il verbale dell’istruttoria che l’allora giudice Giovanni Falcone aveva stilato in relazione all’omicidio.

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Omicidio Mattarella, i dubbi di Falcone

Secondo Falcone non si era trattato soltanto di un omicidio di mafia. C’era qualcosa di più profondo che, a un certo punto, andava a incrociarsi con la storia del terrorismo di matrice nera che dal 1969 in poi aveva gettato l’Italia nel caos completo. Giovanni Falcone riteneva che le relazioni fossero talmente tanto complesse da permettere di «individuare altre saldature, e soprattutto la necessità di rifare la storia di certe vicende del nostro paese, anche da tempi assai lontani».

Cosa pensava Falcone dell’omicidio Mattarella

Era il 1988 quando Giovanni Falcone aveva esposto questa teoria. Secondo lui, c’era anche il terrorismo nero dietro alla morte di Piersanti Mattarella, in maniera alternativa rispetto alla mafia oppure in una sorta di compenetrazione di intenti criminali, che avevano come unico scopo la sovversione. Non è un caso che in quel momento Falcone stesse indagando soprattutto sui Nar, tra cui Giusva Fioravanti. Ancora oggi, a distanza di 40 anni, non si conoscono gli esecutori materiali del delitto, nonostante siano stati riconosciuti come responsabili i vertici della cupola mafiosa che controllava la Sicilia.

Il verbale era stato sottoposto a segreto fino a questo momento. Il suo contenuto è stato anticipato dal Corriere della Sera, che ne ha pubblicato i tratti fondamentali attraverso un articolo di Giovanni Bianconi.

FOTO: ANSA / MICHELE NACCARI

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