La vergogna degli insulti a Mattarella: «Dovrebbe fare la fine del fratello»

Dopo la presa di posizione di Sergio Mattarella a proposito della formazione del nuovo governo, con la successiva rinuncia di Giuseppe Conte e la nomina accettata con riserva da Carlo Cottarelli come presidente del Consiglio incaricato di dare vita a un nuovo esecutivo, la lunga lista di accuse lanciata dalle parti politiche – a partire dal Movimento 5 Stelle, passando per la Lega e per Fratelli d’Italia – nei confronti del presidente della Repubblica ha fatto scaturire pesantissimi insulti diretti a Mattarella.

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Insulti Mattarella, il vergognoso riferimento alla tragica vicenda del fratello

Una vergogna senza fine, che coinvolge e profana anche la memoria del fratello dell’attuale Capo dello Stato, Piersanti Mattarella, ucciso dalla mafia mentre svolgeva l’incarico di governatore della regione Sicilia. «Dovrebbe fare la sua fine», «L’uccisione del fratello non gli è bastata?», «Hanno ucciso il Mattarella sbagliato» sono soltanto alcuni degli insulti più crudi che sono stati rivolti al presidente della Repubblica.

Insulti che si accompagnano a volgarità più generiche. Un vero e proprio attacco insostenibile nei confronti di Sergio Mattarella, accusato di aver sovvertito l’ordinamento democratico, di aver impedito la nascita del governo del cambiamento, di essersi venduto agli stranieri, in modo particolare alle istituzioni dell’Unione Europea. Accuse prive di fondamento e inaccettabili per un presidente della Repubblica che non ha fatto altro che svolgere il suo ruolo di garante della Costituzione, entro i confini previsti dalla carta fondamentale dello Stato italiano.

Insulti Mattarella, i provvedimenti della polizia postale

La Polizia postale, secondo quanto si apprende, ha avviato un monitoraggio su siti web e sui vari social network come Facebook e Twitter per poter segnalare all’autorità giudiziaria tutti quei comportamenti e dichiarazioni contro il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che possano andare a configurare dei reati perseguibili d’ufficio.

Insulti Mattarella, il precedente di Giorgio Napolitano

La vicenda degli insulti e delle offese a Sergio Mattarella ricorda da vicino quella degli auguri di morte nei confronti del presidente emerito Giorgio Napolitano che, qualche settimana fa, aveva accusato un malore ed era stato sottoposto a un intervento chirurgico al cuore. Il giorno dopo il fatto, il 25 aprile, i social network si erano popolati delle peggiori offese nei confronti dell’ex Capo dello Stato. Anche in quella circostanza, la polizia postale ha monitorato i vari siti web per comprendere la portata del fenomeno che, a quanto pare, era davvero molto diffuso.

Ora, la storia si ripete. Gli esponenti dei principali partiti dell’arco costituzionale continuano a non rendersi conto che le loro dichiarazioni spesso smodate e destituite di fondamento, se date in pasto all’opinione pubblica incontrollabile dei social network, possono provocare un vero e proprio corto circuito. Che, a lungo andare, potrebbe avere degli effetti imprevedibili.

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