Il ruolo di Papa Francesco nel dibattito sull’AI al G7

Anche la Chiesa al centro delle discussioni sull'intelligenza artificiale. Prosegue il lavoro iniziato quattro anni fa con "Rome call for AI ethics del 2020"

10/05/2024 di Redazione Giornalettismo

Quando si parla di intelligenza artificiale, non ci si può fermare alla superficie della questione. Occorre andare oltre il mero utilizzo di determinati strumenti e nuove tecnologie, affrontando anche i risvolti etici e l’impatto sulla comunicazione umana. Il Festival della Comunicazione è incentrato proprio su questi argomenti e lo stesso Pontefice – da tempo – ha dedicato i suoi pensieri agli sviluppi dell’AI da parte delle aziende del mondo Tech. Non sorprende, dunque, la partecipazione di Papa Francesco alla seduta del G7 che si terrà dal 13 al 15 giugno a Borgo Egnazia. In Puglia.

LEGGI ANCHE > «RestIAmo connessi», l’intelligenza artificiale secondo il Festival della Comunicazione

Il forum intergovernativo (che vede protagonista l’Italia, che ha la presidenza, insieme a Stati Uniti, Canada, Giappone, Germania, Francia e Regno Unito) di quest’anno è incentrato proprio sull’intelligenza artificiale. Mentre il mondo, in ordine sparso, sta provando a scrivere delle regole, la Chiesa – nella figura del Pontefice – si siederà al tavolo del dibattito in occasione di una sessione aperta ai Paesi non membri. Il governo italiano, nella figura di Giorgia Meloni, ha assicurato che valorizzerà l’intervento della Santa Sede sull’AI.

Papa Francesco al G7, il ruolo della Chiesa sull’AI

In che modo? Il messaggio scritto da Papa Francesco in occasione della Settimana della Comunicazione è piuttosto chiaro: non si demonizza l’evoluzione tecnologica, ma questa deve seguire delle regole che si basano sul rispetto dell’etica e del ruolo dell’essere umano. Concetti racchiusi in una frase:

«Spetta all’uomo decidere se diventare cibo per gli algoritmi oppure nutrire di libertà il proprio cuore, senza il quale non si cresce nella sapienza». 

E sono queste le basi dell’intervento di Papa Francesco al G7 di Borgo Egnazia. Tenere a mente che al centro deve esserci sempre l’uomo e non la macchina. Un concetto che ha origini lontane nel tempo e che sottolineano il ruolo primario della Chiesa nei discorsi legati all’intelligenza artificiale. Era il febbraio di quattro anni fa, infatti, quando la “Pontificia Accademia per la Vita” promosse la “Rome Call for AI Ethics“.

Tutto partì nel 2020

Si tratta di un documento firmato dalla suddetta Pontifica Accademia per la Vita, dal governo italiano (con riferimento all’allora Ministero per l’Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione), IBM, Microsoft e FAO. Come si evince dal nome, si parla di etica. In particolare, della convivenza tra l’essere umano e quell’evoluzione tecnologica chiamata intelligenza artificiale.

«Creare un senso di responsabilità condivisa con l’obiettivo di garantire un futuro in cui l’innovazione digitale e il progresso tecnologico siano al servizio del genio e della creatività umana e non la loro graduale sostituzione». 

Il messaggio e il ruolo di Papa Francesco al G7 proseguirà su quello stesso percorso inaugurato dal Vaticano oltre quattro anni fa.

Share this article