«Patreon è uno spazio virtuale sicuro sia per i creator che per gli utenti»

Abbiamo chiesto a Irene Facheris, presidente dell'associazione Bossy, di raccontarci la sua esperienza su Patreon e il valore aggiunto di questa piattaforma

05/03/2021 di Ilaria Roncone

Di Patreon vi abbiamo già parlato: si tratta di una piattaforma al riparo da hater, bot e fake che prevede la pubblicazione di contenuti esclusivi a favore di utenti interessati che pagano un abbonamento per averli. Ogni creator stabilisce una o più tipologie di abbonamento a seconda di quello che offrono agli utenti e così i patrons possono seguire avere sempre accesso diretto e un vero e proprio contatto con il creativo che scelgono. Abbiamo fatto una chiacchierata con Irene Facheris, presidente dell’associazione no profit Bossy e esperta di parità di genere e femminismo intersezionale, che ci ha raccontato la sua esperienza su Patreon e dei contenuti esclusivi che pubblica sulla piattaforma – come il podcast Lenti femministe nel quale, ogni due venerdì, parla di cosa è successo in Italia con un’ottica di genere -.

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Il grande valore di Patreon

Chiedendo a Irene quale sia la cosa che apprezza maggiormente dell’avere un account su Patreon, la presidente di Bossy «Ormai è quasi un anno che sono su Patreon e la piattaforma a me piace molto per una ragione precisa: occupandomi di femminismo sui social sono costantemente esposta all’odio online e mi fa quasi strano avere un posto dove posso parlare con le persone sapendo che si tratta di un posto sicuro. Quando apro i messaggi su Patreon so che non riceverò brutte sorprese. L’esperienza è positiva soprattutto per questa ragione, perché per me è un posto dove scambiare opinioni con le persone senza dover stare in allerta in attesa che arrivi il commento terrificante che, invece, in altri luoghi arriva sempre».

«Da migliorare l’interazione tra creator e l’esperienza da utente»

Per quanto riguarda quello che potrebbe essere migliorato Irene parla sia da creator che da utente: «Se da utenti si va su Patreon non si vedono immediatamente delle proposte, non si capisce cosa c’è dentro. Se so che una persona che seguo ha Patreon allora vado e mi iscrivo ma probabilmente dovrebbero cambiare qualcosa a livello di interfaccia per far sì che le persone conoscano sempre più creator che stanno su Patreon, approcciando anche temi nuovi». Il punto è, quindi, che se non ti conosco e vengo su Patreon per abbonarmi difficilmente ti potrò scoprire a meno di non arrivare da altri canali. E questo è un problema anche lato creator, farsi trovare: «Io sono una che non ama dire seguitemi qua o là ma, se non lo dico, le persone non sanno che ci sono. Se ci fosse la possibilità di vedere già diversi creator sulla piattaforma sarebbe sicuramente più semplice».

«Anche l’interazione tra creator è difficile, non ho sviluppato contatti per ora. Persone con cui ho contatti anche al di fuori della piattaforma mi dicono di avere Patreon e lo scopro perché me lo dicono loro. Faccio tantissime collaborazioni ma non su Patreon, che per ora vedo come “da uno a tanti” con poca interazione tra chi crea contenuti».

A chi conviene fare Patreon?

«Ora che è arrivato anche in italiano è molto semplice da usare ma lo consiglierei a patto di avere qualcosa da offrire oltre quello che si fa quotidianamente. Se una persona non ha tempo per creare altri contenuti o non ne ha voglia – sono tutte validissime ragioni – forse Patreon non è la cosa migliore proprio perché il presupposto è quello di fornire contenuti originali», ci ha spiegato Irene, che su Patreon carica in anteprima i suoi video che, dopo un paio di giorni, pubblica anche sul resto dei suoi canali social. Tra i contenuti esclusivi che chi si abbona ha su Patreon Irene Facheris troviamo, oltre al podcast che già citato, la possibilità di partecipare a Netflix Party vedendo e commentando insieme un film, video esclusivi solo per la piattaforma, un libro femminista al mese spedito a casa e una videochat singola di 30 minuti al mese.

Lo spazio sicuro è sia per chi crea che per chi fruisce

La riflessione senz’altro più interessante di Irene deriva dall’esperienza con i suoi utenti: «Non sono solo io come creator a percepire Patreon come posto sicuro ma anche i miei abbonati lo vedono così. Trattando temi così specifici le persone che mi seguono online a volte lasciano commenti e arrivano altri che rispondono in maniera maleducata sugli altri social mentre invece su Patreon c’è un reale confronto perché c’è certezza che mai nessuno arriverà a lasciare un commento spiacevole e che ci sarà ascolto, lo scambio è reale».

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