L’eterno, atavico e noioso dibattito sulla par condicio in Rai

Lo sbilanciamento a destra, figlia di un emendamento, ha fatto alzare gli scudi. Ma oggi, con i social network che imperversano anche nel dibattito politico, la televisione è ancora così importante?

13/04/2024 di Redazione Giornalettismo

Siamo vicini alla scadenza elettorale, con il voto per le Europee 2024 che si terrà all’inizio del mese di giugno. Quindi, è maturo il tempo per l’entrata in vigore della par condicio radio-televisiva e questo argomento ha acuito – come se servisse – le divergenze tra le opposizioni e il governo. La Commissione di Vigilanza Rai, infatti, ha approvato un emendamento proposto da alcuni partiti della maggioranza (Fratelli d’Italia, Lega e Noi Moderati) che cambia il paradigma di alcune dinamiche consolidate. Di fatto, i candidati che attualmente hanno un ruolo istituzionale all’interno dell’esecutivo (Ministri e Sottosegretari, per fare un esempio) non avranno limiti di tempo nell’esposizione – sulla televisione pubblica – delle attività governative.

Par condicio Rai, tra dibattiti noiosi e giochi di potere

Una mossa che ha fatto storcere il naso – per usare un eufemismo – a molti, perché è inevitabile che una dinamica simile farà pendere le lancette dell’orologio verso la permanenza televisiva perpetua e continua di esponenti della maggioranza. Dunque, a livello di esposizione sulla tv e sulle radio del servizio pubblico, il centrodestra potrà usufruire di uno sbilanciamento piuttosto evidente in termini di tempo e spazio. Le opposizioni protestano, così come il sindacato Usigrai. Ma difficilmente tutto ciò non porterà a qualche cambiamento.

Al giorno d’oggi, però, ha ancora senso dibattere così tanto intorno al concetto di par condicio in televisione? Siamo nell’era dei social network, dove gli stessi politici preferiscono pagare le piattaforme per sponsorizzare contenuti (al netto dei limiti in prossimità delle elezioni) rispetto ai famosi manifesti elettorali. Le persone/elettori guardano sempre meno la tv e le nuove generazioni dibattono (anche di politica) esclusivamente su Instagram e TikTok. Sembra che questo tema abbia dei riflessi solo sulla politica, come un ennesimo gioco di potere. Come un mostrare i muscoli quando si governa e quando si è all’opposizione.

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