L’emendamento della maggioranza approvato dalla Vigilanza RAI
Il testo che va a modificare la delibera di Agcom per quel che riguarda la par condicio elettorale in vista delle imminenti elezioni europee
11/04/2024 di Enzo Boldi
Le polemiche, ovviamente, non sono mancate. Alla fine, però, la maggioranza ha avuto – come da definizione – la maggioranza e la Commissione di Vigilanza ha approvato le nuove regole per la par condicio, in vista delle elezioni europee, in Rai. La televisione pubblica, dunque, si approccerà in modo differente ai candidati e agli esponenti di governo, con dei vincoli molto meno labili per chi fa parte dell’esecutivo. Non è un caso, infatti, che l’emendamento che va a modificare la delibera Agcom (con l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni che detta le regole per quel che riguarda le trasmissioni radio-televisive private) sia stato proposto da tre partiti alla guida di Palazzo Chigi: Fratelli d’Italia, Lega e Noi Moderati.
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Ma in che modo questo emendamento approvato in Commissione di Vigilanza Rai va a modificare lo status quo di quel concetto (atavico, vista la presenza e la sussistenza – oltre che il peso specifico – di altri mezzi di comunicazione) di par condicio nel sistema radio-televisivo pubblico? Potremmo rispondere a questa domanda con un’estrema sintesi: non rientra nel computo totale dei minuti di presenza sui canali Rai (telegiornali, giornali radio, talk show e altri spazi di approfondimento) il tempo in cui un candidato alle europee racconta le attività istituzionali e governative. Facciamo un esempio: se Giorgia Meloni (come probabile, anche se non sono state ancora sciolte le riserve) si candiderà, non avrà limiti di spazio sull’emittente pubblica se parlerà di quanto sta facendo il suo esecutivo. Come un’offerta di un operatore telefonico: minuti illimitati.
Par condicio Rai, cosa prevede l’emendamento approvato
Tutto questo è contenuto in quell’emendamento che è stato approvato dalla maggioranza in Commissione di Vigilanza Rai e che cambia – almeno per le elezioni più imminenti, quelle europee – dei paradigmi che (seppur con qualche modifica) esistono dal lontano 2000. Nello specifico, il testo che va a modificare la delibera Agcom, recita:
«Nel periodo disciplinato dalla presente delibera i programmi di approfondimento informativo, qualora in essi assuma carattere rilevante l’esposizione di opinioni e valutazioni politico-elettorali, sono tenuti a garantire la più ampia possibilità di espressione ai diversi soggetti politici, facendo in ogni caso salvo il principio e la necessità di garantire ai cittadini una puntuale informazione sulle attività istituzionali e governative».
Dunque, è salvo il principio della par condicio (parità di tempo e spazio per tutti), ma con la possibilità di non avere limiti se si parla di attività istituzionali e governative. Questo aspetto è fondamentale per capire il cambio di paradigma: se al governo ci sono partiti del centrodestra, è ovvio che con questo principio loro potranno apparire più spesso sulla televisione pubblica per fare propaganda (attraverso il governo).