L’e-commerce ci ha fatto cambiare le abitudini sui pagamenti digitali: ma come funzionano sui siti?

È ormai impossibile, con la new economy, non pensare di poter pagare digitalmente: ma come funziona quel sistema che ha modificato così radicalmente le nostre abitudini d'acquisto?

05/12/2022 di Giacomo Aschacher

Il dibattito sul limite dei pagamenti tramite POS di questi giorni appare paradossale non solo per l’anomalia tutta italiana sul tema dell’utilizzo dei contanti per cifre irrisorie – quando in ogni Paese europeo tirar fuori una banconota per l’acquisto di un solo caffè porta sovente il commesso a storcere il naso dovendo perder tempo ad aprire la cassa e a cercare il resto – ma anche per abitudini oramai consolidate da decenni in termini di pagamenti online. 

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Pagamenti online, l’e-commerce ha spinto per il cambiamento delle abitudini dei consumatori

Possiamo tranquillamente affermare che il diffondersi su larga scala dell’uso di carte di credito, prepagate e altre forme di pagamento digitale – da Paypal in poi – è direttamente proporzionale alla fruizione di e-commerce – da Amazon ed Ebay in poi – a partire dalla fine degli anni ’90.  

Oramai qualsiasi bene, digitale e fisico, è acquistabile online e sarebbe ancora più paradossale figurarsi uno scenario in cui un servizio online richiedesse il pagamento in contanti a fronte di una quota inferiore ai 60 o 30 euro. Immaginare di inviare ogni 30 giorni una busta di banconote e di monete a Netflix per il rinnovo di un abbonamento mensile da 7,99€ al mese ci porterebbe ai confini di una realtà inimmaginabile anche per un paese come il nostro. 

Come funzionano i sistemi di pagamento online implementati sui vari siti e portali

Ma come funzionano i sistemi di pagamento digitale per i siti di e-commerce in cui quotidianamente inseriamo prodotti nel carrello prima di procedere, dopo mille scrupoli, all’agognato “Acquista ora”? È proprio la pressione di quel pulsante che ci porterà in un ambiente spesso separato dal sito di vendita del prodotto poiché gestito da un servizio non direttamente controllato dal venditore. La gestione di un pagamento online è infatti l’aspetto più delicato di un e-commerce, per almeno tre motivi. 

Il più ovvio è la sicurezza: la transazione deve viaggiare su di un canale sicuro, non intercettabile e il cliente deve avere soprattutto la garanzia che i suoi dati anagrafici e di carta di credito siano conservati in un ambiente totalmente impenetrabile da possibili attacchi hacker. 

Il sistema, inoltre, deve assicurare sempre un pieno funzionamento di ogni suo passaggio anche in periodi di grandi acquisti come il Black Friday o Natale. Per fare ciò l’infrastruttura alla base del servizio deve essere solida e basarsi quindi su sistemi cloud affidabili e scalabili. 

Infine, il servizio deve garantire la compatibilità non soltanto con i circuiti di pagamento più diffusi (Visa, Mastercard, American Express) ma deve anche saper adattarsi, in base all’origine geografica del cliente e del venditore, alle legislazioni nazionali e transnazionali in termini di scambio di beni, tassazione e protocolli di sicurezza. Un esempio è la normativa europea “Strong customer authentication” (SCA per gli amici) che impone un’autenticazione sicura e approfondita per ogni cliente che tenta di acquistare un bene online attraverso sistemi più avanzati del semplice codice a 3 cifre presente sul retro della carta di pagamento. La persona deve quindi obbligatoriamente farsi riconoscere attraverso almeno due differenti procedure che garantiscano contemporaneamente la conoscenza di un PIN o una password, il possesso di un token o un dispositivo – come uno smartphone – autenticato dalla banca, oppure l’identificazione fisica dell’utente attraverso un sistema biometrico come l’impronta digitale.   

Un e-commerce, magari di piccole o medie dimensioni, difficilmente potrà quindi occuparsi dello sviluppo e del mantenimento di un sistema tanto delicato e sensibile e si affida così a sistemi di terze parti, i cosiddetti gateway di pagamento che solitamente offrono questo servizio in cambio di una percentuale (che non supera mai l’1-2%) su ogni singola transazione da loro gestita.  

Ne esistono vari, sul mercato internazionale i più importanti sono Stripe, Braintree (acquisita nel 2013 da Paypal) o l’inglese Skrill. In Italia la scelta si riduce a pochi operatori come Nexi o Axerve del gruppo Sella, vista la complessità di sistemi di questo tipo. 

Attraverso questi servizi un imprenditore o un commerciante potrà così facilmente vendere online occupandosi prevalentemente del prodotto, incorporando le funzionalità dei gateway dei pagamenti sul proprio sito e demandando così il lavoro sporco a questi servizi a tutto vantaggio della sicurezza del consumatore finale. 

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