Gli appunti di Giorgia, nuovo format social, vengono inaugurati con l’ennesimo colpo di scena sul POS

La presidente del Consiglio, in un nuovo format di comunicazione smart con i suoi utenti, ha spiegato che probabilmente la soglia dei 60 euro verrà rivista

05/12/2022 di Redazione

Un passo avanti e un POS indietro. Giorgia Meloni ha dato una ulteriore specifica rispetto alla questione del POS, che il suo governo sta provando a modificare radicalmente, rivedendo dal principio tutto quello che il precedente esecutivo guidato da Mario Draghi aveva fatto per incrementare l’abitudine dei consumatori italiani al pagamento elettronico, approvando l’obbligatorietà – per i commercianti – di ricevere pagamenti elettronici di qualsiasi importo a partire dal 1° luglio 2022. L’ultima tappa nel tormentato iter relativo ai pagamenti elettronici è stata sicuramente quella di introdurre una soglia minima da cui diventerà obbligatorio accettare, per i commercianti, i pagamenti elettronici stessi, soglia fissata a 60 euro. Adesso, però, è la stessa Giorgia Meloni a rimettere in discussione questo importo.

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Giorgia Meloni sul POS, pronta a rivedere la soglia minima per l’obbligatorietà

«Quella dei 60 euro è indicativa, per me – ha detto la presidente del Consiglio – può essere anche più bassa. C’è ovviamente un’interlocuzione con la Commissione Ue, perché il tema del pagamento elettronico è fra gli obiettivi del Pnrr, bisogna vedere come andrà a finire». Dietro all’affermazione di Giorgia Meloni, in realtà, dovrebbe esserci proprio la questione del confronto con la Commissione europea: quest’ultima, infatti, per sbloccare le varie tranches di pagamento dei fondi europei, dovrebbe aver bisogno di maggiori rassicurazioni sull’introduzione dei pagamenti alternativi.

L’introduzione della quota dei 60 euro non è piaciuta a Bruxelles e, su questo principio, il governo italiano sta facendo leva per convincere anche i più scettici al suo interno. La disponibilità di Giorgia Meloni ad abbassare la soglia di obbligatorietà (rendendola maggiormente in linea con la media di spesa degli italiani con pagamento elettronico, che si aggira intorno ai 45 euro) sembra propedeutica a un via libera della Commissione europea relativamente agli obiettivi fissati dal Pnrr.

Le reazioni sul tetto dei 60 euro, del resto, non erano state incoraggianti nemmeno da parte delle istituzioni interne. Dalla Corte dei conti era arrivato una sorta di altolà: «Non è coerente con l’obiettivo di contrasto all’evasione fiscale previsto nel Pnrr – aveva detto il giudice contabile Enrico Flaccadoro – e, segnatamente, con la riforma dell’Amministrazione fiscale, nell’ambito della quale la missione 1 prevede specifiche misure volte, a contrastare l’evasione fiscale». Le opposizioni al governo, ovviamente, avevano fatto una levata di scudi che, tuttavia, aveva compattato ancor di più la maggioranza sul tema. Matteo Salvini aveva affermato che le multe andrebbero previste per altri motivi e per altre mancanze, difendendo con forza la bozza approvata in consiglio dei ministri e il conseguente tetto per l’obbligo a 60 euro.

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