Salvini, Berlusconi e Meloni non vogliono «essere coinvolti in responsabilità gravi» dopo la convocazione del governo

La risposta delle opposizioni alla richiesta di collaborazione da parte di Conte

01/11/2020 di Gianmichele Laino

Le opposizioni contro Conte per la richiesta di coinvolgimento sulle prossime decisioni da prendere per arginare la pandemia da coronavirus. Un comunicato abbastanza incredibile per quello che riguarda una richiesta che pure Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno sempre fatto all’esecutivo: ovvero condividere le scelte che riguardano la sicurezza pubblica e la salute degli italiani in questo periodo così complesso dal punto di vista economico e sanitario. Nelle ultime ore, il presidente del Consiglio ha cercato di coinvolgere le opposizioni nelle prossime mosse da fare.

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Opposizioni contro Conte: cosa è successo

Così, per evitare di ricorrere per l’ennesima volta allo strumento del dpcm, il presidente del Consiglio aveva individuato con i presidenti di Camera e Senato una soluzione che potesse prevedere una sorta di cabina di regia tra governo, maggioranza e opposizioni. La soluzione è stata rispedita al mittente attraverso un comunicato stampa diffuso nella tarda serata di ieri. In sintesi, si dice, le opposizioni non vogliono essere coinvolte in decisioni gravi prese in seguito a «immobilismo e scelte sbagliate effettuate dal governo».

«Oggi il governo ipotizza una “cabina di regia” con le opposizioni – si legge nella nota -. Il ravvedimento appare tardivo. Il centrodestra è sempre stato a disposizione dell’Italia, ma oggi più che mai l’unica sede nella quale discutere è il Parlamento della Repubblica italiana. Lì sono depositate le numerosissime proposte formalizzate da noi e ignorate dal governo, e lì verranno presentate le altre».

Opposizioni contro Conte: «No a manovre di palazzo»

Dunque, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia non sembrano essere disponibili a effettuare quelle che vengono definite «operazioni di palazzo». Ma che, in realtà, corrispondono semplicemente alle volontà delle opposizioni di essere coinvolte nella gestione della pandemia. Lo strumento del dpcm è stato contestato più volte da Matteo Salvini e da Giorgia Meloni in primis, ma quando si presenta l’occasione di mettere in atto soluzioni diverse, le opposizioni si tirano indietro: secondo loro sarebbe soltanto il tentativo di chiamarli in causa per prendere le decisioni più complesse dal punto di vista delle restrizioni della libertà personale.

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