Open vuole fare la guerra a Google

In un audio-editoriale appena pubblicato il 19 dicembre 2018, Enrico Mentana fa il bilancio della prima giornata di Open, il suo giornale messo online proprio il giorno prima. E chiarisce alcuni aspetti su cui il mondo dell’informazione si era interrogato nella giornata di ieri. Archiviata la vicenda  del costo del progetto, dell’investimento iniziale e della scelta dell’impresa sociale come formula da utilizzare, il socio di maggioranza della società editrice GOL ha spiegato anche quale sarà il modo di lavorare di Open da questo momento in poi.

Open non avrà l’aiutino di Google

«Open è cresciuto attraverso il passaparola su Facebook e Instagram, senza nessuna iniziativa di promozione o comunicazione ufficiale – ha spiegato Enrico Mentana nel suo audio-editoriale di oggi che ricorda molto il suo ‘minuto con il direttore’ a Rds -. Continueremo a farlo senza l’aiutino dei motori di ricerca: anzi, se andate sulle pagine di Google potete pensare che Open esista solo dai commenti che ne hanno fatto gli altri siti o giornali».

Le ragioni della scelta di Enrico Mentana

Enrico Mentana, insomma, ha deciso di mettere da parte un’entrata fondamentale per i giornali online, ovvero la visibilità offerta dai motori di ricerca e dagli aggregatori di notizie di Google (come, ad esempio, Google News). A onor del vero, tuttavia, si può notare come l’intero sito di Open sia tuttavia SEO oriented, sfruttando la tecnologia amp. Basta semplicemente aprire la sorgente del sito per verificare questa informazione.

L’idea espressa da Mentana, con ogni probabilità, va nella direzione delle prossime decisioni del Parlamento Europeo sul diritto d’autore. Open vorrebbe non compromettersi con il traffico dei motori di ricerca per evitare di essere coinvolto nelle modifiche che, inevitabilmente, ci saranno quando verrà applicata la normatva sul copyright votata a Bruxelles nei mesi scorsi.

Una scelta che sarebbe in realtà coraggiosa e che andrebbe ad aggiungersi ad altre scelte dello stesso tipo (non ultima quella di fornire un contratto a tempo indeterminato a tutti i 29 componenti della redazione) fatte dal giornale di Enrico Mentana. Se il tempo gli darà ragione, ci sarà davvero un nuovo modello di fare informazione online. Anche se la struttura del sito, al momento, smentisce questa indicazione. E, soprattutto, perché i colossi Google e Facebook non staranno certo a guardare.

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