Nessun risarcimento per la class action sulla navigazione “in incognito” su Chrome

Dopo il patteggiamento, i ricorrenti non otterranno nulla. Ma potranno presentare un nuovo ricorso da "singoli"

02/04/2024 di Enzo Boldi

Se ne parla come di una decisione storica. E lo è. Ma per chi ha partecipato alla class action per denunciare il comportamento di Google e la sua raccolta di dati, nonostante la navigazione in incognito su Chrome, non è previsto alcun risarcimento economico. Questa è una delle tante sfaccettature dell’epilogo di una vicenda giudiziaria che parte dal 2020 e che è andata a scavare nei meandri del funzionamento di uno dei browser più utilizzati al mondo e della scarsa trasparenza (comunicativa) sui confini reali della “modalità privata”.

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La grande vittoria è racchiudibile in due punti del patteggiamento che consentirà a Google di scongiurare (almeno per il momento) un risarcimento totale stimato intorno ai 5 miliardi di dollari: la cancellazione di miliardi di dati utente raccolti – a partire dal 2016 – durante l’utilizzo della navigazione in incognito su Chrome e la modifica della privacy policy con la rimozione dei cookie di terze parti che (come impostazione di default, per i prossimi cinque anni) saranno disabilitati a meno che non sia il singolo utente a decidere se attivarli.

Navigazione in incognito su Chrome, nessun risarcimento

Un passo in avanti che, finalmente, viene ufficializzato pubblicamente. Perché se è noto da tempo che la “modalità incognito” (o modalità privata) non è realmente in incognito, è anche vero che le comunicazioni iniziali fatte da Google (parliamo di quasi oltre un decennio fa) potevano far intendere il contrario. Ma chi si è esposto in questa causa datata 2020, non otterrà alcun risarcimento. Anche se l’azienda di Mountain View non ha ammesso – neanche oggi – un problema a livello di trasparenza nelle comunicazioni, il patteggiamento rivela una ragione piuttosto evidente espressa dai ricorrenti. Ma “l’auto-punizione” che Google si è inflitta (figlia di un accordo tra le parti), non porterà a nessun beneficio economico per gli utenti.

In attesa dell’approvazione (attesa per il mese di luglio) da parte del giudice del Tribunale di San Francisco, che dovrà validare questo accordo di patteggiamento, è stato già comunicato che la class action ha terminato così il proprio lavoro. Nessun dollaro da parte di Google agli utenti che hanno fatto parte di questa azione collettiva. Ma c’è un però: d’ora in avanti, ogni singolo utente potrà denunciare singolarmente il comportamento dell’azienda di Mountain View nella sua raccolta data in modalità “in incognito” dal 2016 al 2020. Solo in questo modo potranno – eventualmente – ricevere un risarcimento.

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