Pop porno: sappiate che la «modalità incognito» non è così in incognito
Lo rivela uno studio condotta da ricercatori Microsoft, Carnegie Mellon University e di University of Pennsylvania
07/12/2020 di Enzo Boldi
Navigare in incognito, ma in incognito da chi? La modalità è, spesso e volentieri, utilizzata da chi frequenta di siti che diffondono materiale pornografico: dai video alle foto. Si pensa che questo tipo di navigazione metta al sicuro da tracciamenti e garantisca la privacy. Ma non è così. In realtà, infatti, c’è un’unica cosa certa e sicura: i siti che visitiamo e le ricerche che facciamo in modalità incognito non vengono registrate solo dalla nostra cronologia. Insomma, l’unica garanzia è l’evitare brutte figure qualora quel pc (o smartphone) fosse utilizzato anche da altre persone. Ma la privacy è tutt’altro che protetta.
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A rivelarlo è uno studio effettuato da alcuni ricercatori di Microsoft, Carnegie Mellon University e di University of Pennsylvania. «I siti web visitati, così come qualsiasi tracker di terze parti, possono osservare e registrare le azioni online – si legge nella ricerca -. Queste terze parti possono persino dedurre gli interessi sessuali dell’utente dagli URL dei siti a cui accede. Potrebbero anche utilizzare ciò che hanno individuato per il marketing o per creare un profilo di consumatore». Insomma, modalità incognito, ma solo per sé stessi e pochi altri.
Modalità incognito e siti porno, tutto quel che non sappiamo (ma che la rete sa)
Ma perché si parla di porno? Perché la ricerca condotta ha individuato circa il 93% dei siti che diffondono materiali dedicati a un pubblico adulto da cui «trapelano dati di utenti a terzi». Anzi, in quasi la metà dei siti analizzati (oltre 22mila) è stato evidenziato come, seppur ci fosse una modalità incognito attiva, l’utente è esposto a una profilazione in base alle sue ricerche, in questo caso basate sui preferenze di tipo sessuale. Insomma, quel che sembra – in realtà – non è.
Tutto alla luce del sole
Ma si tratta di una cosa nota. Prendiamo come esempio Chrome, il motore di ricerca di Google. Vediamo cosa compare nell’interfaccia non appena si abilità la modalità di navigazione in incognito.
Viene ben specificato come con la modalità incognito non vengano salvati dati nella cronologia di navigazione, nei cookies e nelle informazioni inserite nei moduli (user, password, campi di compilazione e dati di pagamento. Ma ci sono tre specifiche ben precise.
La tua attività potrebbe comunque essere visibile:
- Ai siti web visitati
- Al tuo datore di lavoro o alla tua scuola
- Al tuo provider di servizi Internet
Insomma, incognito. Ma mica tanto.
(foto di copertina: da Google Chrome)