Il livello di sicurezza delle «videoconferenze segrete» dei ministri dell’UE

Un giornalista olandese si è intrufolato in una riunione riservata dei titolari del dicastero della Difesa

21/11/2020 di Gianmichele Laino

Se non fosse stato un meeting dell’Unione Europea e se fosse successo in Italia, avremmo utilizzato l’espressione «a tarallucci e vino». Così è finita la conferenza ministri difesa UE, presieduta dall’Alto Rappresentante per la politica estera Josep Borrell, che doveva essere riservata e che, in realtà, è stata interrotta dall’accesso non autorizzato di un giornalista olandese, Daniël Verlaan che collabora con la testata RTL Nieuws. Quest’ultimo, stando alle sue testimonianze, avrebbe notato i codici d’accesso alla videoconferenza in un tweet del ministro Ank Bijleveld. Nell’immagine pubblicata dal ministro sul social network c’era il codice di accesso e una parte della password (mancava un solo numero e, quindi, è stato possibile per la testata giornalistica fare una serie di tentativi piuttosto limitata per riuscire a entrare nella riunione).

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Conferenza ministri difesa UE e l’intrusione di un giornalista nella piattaforma

Come si può notare dal video, l’Alto Rappresentante per la politica estera Josep Borrell ha cercato di stemperare la tensione facendo prima questa domanda al giornalista: «Lo sa che è entrato in una conferenza segreta tra i ministri degli Esteri europei?». Il giornalista olandese, che salutava tutti dalla propria webcam, si è detto in un primo momento consapevole di quello che stava accadendo. A quel punto, Borrell ha ribattuto: «Lo sa che sta commettendo un reato penale? Meglio che vada via subito prima che arrivi la polizia».

Probabile, secondo fonti dell’Unione Europea, che l’azione del giornalista verrà effettivamente sanzionata. Tuttavia, il lavoro svolto dal collega Daniël Verlaan è stato fondamentale perché ha messo praticamente in evidenza come possa essere semplice penetrare un meeting di primo livello tra i ministri dell’Unione Europea, tanto più che in quella circostanza si sarebbe discusso di sicurezza ai vertici del sistema e strategia di difesa da possibili minacce esterne ai confini dell’Unione. Insomma, non era proprio il classico meeting di Zoom che organizziamo il giovedì sera in lockdown per guardare insieme l’ultima puntata di X Factor.

Conferenza ministri difesa UE, c’è poco da ridere

L’Unione Europea non ha a disposizione un canale di comunicazione riservato come quello, ad esempio, della Nato. E questo è già stato fatto notare più volte anche dagli stessi funzionari dell’Unione Europea, che hanno sottolineato come questi meeting non solo siano penetrabilissimi da ingerenze esterne (ci è riuscito un giornalista, figuriamoci cosa potrebbe fare un hacker), ma sono anche a disposizione dei gestori della piattaforma impiegata, non essendo di proprietà dell’Unione Europea e non essendo secretata.

Insomma, il gesto del giornalista olandese – al di là dell’ilarità che ha scatenato – è un gesto di denuncia molto forte: in quanto cittadini europei meritiamo di avere una maggiore segretezza a proposito di informazioni che riguardano la sicurezza (pensiamo al momento storico che stiamo vivendo, tra minacce terroristiche e ingerenze di regimi esterni nelle attività democratiche di diversi stati del mondo) di tutti noi.

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