Il commissario Arcuri: «In Lombardia morti cinque volte più numerosi dei caduti civili della seconda guerra mondiale»

18/04/2020 di Redazione

Un paragone storico per definire l’emergenza da coronavirus in Lombardia arriva direttamente dal commissario straordinario Domenico Arcuri. Quest’ultimo ha sostenuto con forza come sia impossibile riaprire e dare una soluzione all’attuale crisi sanitaria senza prima occuparsi delle problematiche relative alla salute dei cittadini. In modo particolare, il commissario ha fatto un riferimento alla seconda guerra mondiale, sostenendo che il numero delle vittime civili in cinque anni nella città di Milano è stato di circa 2000 persone, mentre le vittime da coronavirus nell’intera Lombardia ammonta a 11mila decessi.

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Morti seconda guerra mondiale, le parole del commissario Arcuri

Il paragone, per quanto d’impatto, non è perfettamente corretto, dal momento che il commissario ha fatto riferimento ai morti per coronavirus nell’intera regione Lombardia, mentre le 2000 vittime civili della Seconda Guerra mondiale erano afferenti alla sola città di Milano. La città, effettivamente, in un mese e mezzo di emergenza ha perso oltre 2000 persone, pareggiando il numero di vittime civili che la seconda guerra mondiale aveva fatto in tre anni. Dunque, è opportuno fare questa precisazione prima di commentare le parole del commissario straordinario per l’emergenza.

«Dobbiamo continuare ad agire con la cautela e la prudenza di questi mesi, capire che è clamorosamente sbagliato comunicare un conflitto tra salute e ripresa economica – ha detto il commissario Arcuri -. Senza la salute e la sicurezza la ripresa economica durerebbe come un battito di ciglia. Bisogna continuare a tenere in equilibrio questi due aspetti, Alleggerire progressivamente le misure di contenimento, garantendo sicurezza e salute di un numero massimo di cittadini possibile. No a improvvisazioni ed estemporaneità».

Il numero di morti civili in Italia per la seconda guerra mondiale ammonta a 153.147, mentre attualmente – in tutta la penisola – i decessi ufficiali attribuiti al coronavirus sono stati 22.745. Una differenza fortunatamente ancora enorme.

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