La vera storia dell’indagine per molestie contro gli alpini archiviata dalla Procura

Il Giornale, come accaduto già in passato, ha dato ampia cassa di risonanza alle contro-repliche dell'Ana. Ma oggi, almeno nella scelta del titolo, offre al lettore una lettura sbagliata sulla decisione del Procuratore capo di Rimini

14/09/2022 di Enzo Boldi

La storia dei racconti di molte donne presenti a Rimini in occasione dell’ultima adunata degli Alpini (era il mese di maggio) ha occupato per giorni molte pagine dei giornali e ha aperto un nuovo-vecchio dibattito nell’opinione pubblica. Molte denunce sono arrivate solamente tramite social, senza riflessi sulle aule della Procura. Ma ce n’è una, depositata presso le forze dell’ordine, che nei giorni scorsi è stata archiviata dalla Procura. Secondo Il Giornale, il quotidiano diretto da Augusto Minzolini, si tratta di una vittoria per l’Associazione che riunisce il Corpo militare. Ma le motivazioni su quanto deciso dalla Procura della città romagnola sulle presunte molestie commesse da alcuni alpini sono differenti rispetto alla narrazione.

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Mentre l’Ana ha annunciato querele per diffamazione nei confronti di un politico, un giornalista e altre due persone (almeno per il momento), Il Giornale sceglie questa formula come titolo in prima pagina e titolo a pagina 18 per parlare di questa notizia: «Alpini all’attacco: “Noi diffamati”». All’interno del quotidiano in edicola mercoledì 14 settembre 2022, questa sintesi si amplia di un po’, mantenendo sempre l’attenzione sulla posizione attuale dell’Associazione Nazionale Alpini.

L’utente che ha condiviso lo screenshot dell’articolo de Il Giornale, però, sembra non aver letto completamente il pezzo. Perché la storia dell’archiviazione dell’indagine della Procura di Rimini sulle presunte molestie alpini è reale, ma la motivazione non è perché erano «Tutte inventate».

Molestie alpini, la vera storia dell’indagine archiviata

A confermarlo è lo stesso articolo pubblicato dal quotidiano diretto da Augusto Minzolini. In particolare, nel pezzo viene spiegata una breve cronistoria degli eventi e della decisione finale presa dalla Procura:

«Fino a questo momento l’unica denuncia formale e circostanziata è stata sporta da una ragazza di 26 anni che ha raccontato di essere stata accerchiata e strattonata nel pomeriggio del 7 maggio da tre uomini di mezza età, con la piuma nera sul cappello, mentre passeggiava con un’amica. La Procura di Rimini ha aperto un’indagine, sono stati visionati i filmati delle telecamere della zona ma, come annunciato dal procuratore capo Elisabetta Melotti, è scattata l’archiviazione “per l’impossibilità di identificare i molestatori”».

La Procura di Rimini, dunque, non ha archiviato l’indagine perché le molestie alpini a Rimini erano inventate, ma perché le immagini non hanno aiutato gli inquirenti a identificare quelle persone. Ovviamente, occorre ribadirlo, non si può puntare il dito contro personaggi non identificabili, ma alludere all’assenza di palpeggiamenti e altri atti simili è un mero gioco di parte. Non si è potuto procedere per via di immagini che non hanno potuto indicare l’identità. Insomma, non si è potuto accusare nessuno. Questo non vuol dire che le presunte molestie non ci siano state.

(Foto IPP/Cavaliere Emiliano)

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