Mimmo Lucano e la battaglia per l’umanità: «Fuorilegge perché lo stato si è comportato in modo vile con me»

Mimmo Lucano parla delle ragioni che lo hanno spinto a definirsi fuorilegge

27/09/2020 di Ilaria Roncone

Mimmo Lucano è una persona diretta che dice le cose come stanno, senza giri di parole. Questo il principio del libro che ha scritto, libro che già dal titolo risulta esplicativo: “Il fuorilegge. La lunga battaglia di un uomo solo”. «Sono fuorilegge perché lo Stato si è comportato in maniera vile con me. Ma non mi fermo», ha affermato Mimmo Lucano, parlando della sola legge che segue lui: quella dell’umanità.

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Mimmo Lucano Fuorilegge: «L’umanità è semplice: vedi una persona annegare, la aiuti»

L’ex sindaco di Riace e inventore di quello che viene chiamato Modello Riace parla chiaramente. Esseri umani viene prima delle leggi, il che non vuol dire che lui alla legge sia superiore. Se è vero che le sue azioni non hanno rispettato le nostre leggi – si vedano i decreti sicurezza di Salvini – è anche vero che sono queste leggi che andrebbero cambiate perché non solo incostituzionali ma anche contro l’umanità e la natura umana stessa, che è quella di aiutare. Sul titolo del libro: «contiene il senso di una storia, la mia, che è stata anche giudiziaria, anzi lo è tuttora. In tanti pensano che la mia è stata una di quelle circostanze in cui la legge non coincide con il rispetto dei diritti umani e che, certe volte, le norme nazionali si scontrano con i principi costituzionali, con i valori, con la dignità (senza contare che la norma era direttamente legata alla politica)».

Ciò che è legale cambia a seconda del tempo e dell luogo

Mimmo Lucano invita a una riflessione giusta prendendo come esempio il suo caso: «Uno dei reali contestatimi, ad esempio, riguarda il falso in atto pubblico, riferito a due carte d’identità che ho fatto a un bimbo e a una donna eritrea senza permesso di soggiorno. Circa un mese fa, la Suprema corte dei diritti dell’uomo ha asserito che si commette reato quando le persone non vengono iscritte nel registro anagrafico dove sono residenti: ecco che il reato cambia a seconda dei tempi, dei luoghi. E dunque cos’è legale? Quello affermato da chi occupa posizioni di potere in quel momento o quello che possiamo definire legge di giustizia». Quale legge ha seguito? Quella dell’essere umano.

Mimmo Lucano sui decreti sicurezza Salvini

«Non voglio apparire come una persona che ha la presunzione di seguire una legge propria», ha affermato l’ex sindaco di Riace, «ma se si ripercorrono i decreti Salvini, essi considerano reato aiutare essere umani, e se guardi con i tuoi occhi una persona che sta per naufragare, tu commetti reato se gli tendi una mano e gli salvi la vita? Inaudito». Anche se – alla fine dei conti – venisse fuori che deve pagare, Mimmo Lucano non chiederà sconti: «L’impulso all’umanità è così irrefrenabile che uno non sta a guardare il codice, la norma. Mi assumo la responsabilità, se ho sbagliato devo pagare, non è un problema, ci sono cose più importanti nella vita, c’è la vita stessa. Non andrò mai a cercare favori, scorciatoie, aiuti o altro: è così veloce la vita che solo i valori possiamo lasciare in eredità».

«Stato vile con me»

Mimmo Lucano è stato punito a livello penale e tutto ruota attorno al comportamento che lo stato ha avuto con lui: «Il primo veliero è arrivato quando ancora era in vigore la legge Turco-Napolitano, poi è venuta la Bossi-Fini, cosa incompiute che spesso fisiologicamente trasmettevano incertezza. Ho pagato un prezzo penale per degli equivoci che lo stesso Stato ammette, proprio per sopperire a situazioni emergenziali sempre più consistenti. Mi hanno chiesto di ospitare numeri altissimi di persone anche rispetto al paese, ma io non mi sono mai tirato indietro, accettavamo la sfida, convinti che mettendocela tutta saremmo riusciti ad aiutare quante più persone possibile. Solo che poi lo Stato è stato vile con me, mi aveva chiesto di accogliere numeri esagerati, e io ho detto “va bene”, ma se avessi detto di “no” dal principio, come gli altri sindaci, allora non mi sarebbe capitato niente, avrei avuto una vita normale. E, invece, ho sempre detto di “sì”».

 

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