Bastano 40mila migranti rispediti nei lager per farci capire che gli accordi con la Libia vanno cambiati?

02/11/2019 di Redazione

40mila. Questo il numero di persone che ha tentato la traversata del Mediterraneo per cercare salvezza in Europa per poi essere rispediti nei lager libici per via delle del Memorandum Italia-Libia. Nella giornata in cui l’accordo tra i due paesi si rinnova automaticamente tiriamo le somme di quanto accade nel Mediterraneo a partire da febbraio 2017, quando la firma di Minniti ha dato il via al tutto.  Questi numeri sono il frutto di dati raccolti da Unhcr e Oim sul campo e rielaborati da Ispi.

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Memorandum Italia-Libia: controllo degli sbarchi per noi, campi di concentramento per loro

Del fenomeno dell’immigrazione si parla spesso e volentieri in termini di slogan politici. Oggi vogliamo far parlare i dati. Dal momento in cui è stato sottoscritto l’accordo per il controllo degli sbarchi tra Italia e Libia (febbraio 2017) sono 40mila le persone intercettate in mare e riportate in Libia e 2.600 i morti in mare. Dove vengono portate? In quelli che, secondo la testimonianza di chi ce la fa e di Unhcr, Oim e Medici senza frontiere sono a tutti gli effetti dei veri e propri lager in cui le persone vengono torturate, stuprate e tenute in condizioni di vita indegne. Sono circa 5.000 i richiedenti asilo nei centri di detenzione ufficiali a cui le associazioni umanitarie hanno accesso ma altre decine di migliaia si trovano sepolti vivi sotto il controllo dei trafficanti di uomini.

Dati sbarchi Italia: il cambio apprezzabile con il Conte Bis

I dati parlano chiaro in questo senso: i trafficanti libici hanno meno spazio di manovra con la Lamorgese al Viminale. Se durante il primo governo Conte le persone catturate dai libici sono state il 55% con la Lamorgese siamo scesi al 44%. Di coloro che partono con il governo Conte bis il 55% riesce ad arrivare in Europa contro il 38% che giungeva sano e salvo ai confini europei quando il capo del Viminale era Salvini. Anche la percentuale delle morti nel corso della traversata è calata, passando dal 7% al 2%. Occorre però fare di più.

Per porre un freno ai problemi di natura umanitaria per il trattamento dei profughi nei campi libici. Il ministro degli esteri Luigi Di Maio – che riteneva che il memorandum fosse sbagliato – e la ministra degli interni Luciana Lamorgese ritengono che sia possibile modificare questo documento. La prossima settimana è prevista una discussione in merito ma la revoca del patto – auspicata da Medici senza frontiere – non è prevista.

(Credits immagine di copertina: ANSA/ UFFICIO STAMPA CROCE ROSSA ITALIANA)

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