Quando Luigi Di Maio diceva che il memorandum Italia-Libia era completamente sbagliato | VIDEO

31/10/2019 di Enzo Boldi

Era il 9 settembre del 2017 e, confrontando quanto dichiarato da Luigi Di Maio ai microfoni di Giornalettismo, appare evidente la differenza tra il fare opposizione e il trovarsi al governo. Già all’epoca, infatti, si iniziavano a intravedere tutte le criticità del famoso memorandum Italia-Libia siglato dal governo Gentiloni (con la firma dell’allora ministro dell’Interno Marco Minniti) con tutte le contraddizioni che oggi, ancor più di ieri, si erano palesate nella gestione dei centri migranti nel Paese Nordafricano. All’epoca, però, il capo politico del Movimento 5 Stelle chiedeva chiarimenti all’allora maggioranza. Oggi, invece, fa spallucce, dice che non è necessario revocare quegli accordi che, al massimo, saranno modificati.

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«Noi vogliamo sapere prima di tutto se si stanno dando soldi degli italiani a organizzazioni criminali libiche – aveva risposto Luigi Di Maio a Giornalettismo che lo aveva interpellato sul Memorandum Italia-Libia -. Questo è il nostro principale obiettivo, perché da lì, forse, potremmo scoprire che stiamo pagando organizzazioni criminali libiche per per contenere questo fenomeno, ma a danno dei diritti umani».

Memorandum Italia-Libia, nel 2017 Di Maio la pensava diversamente

Le ultime vicende, come quelle raccontate da Nello Scavo su Avvenire, hanno svelato come il famoso Bija – considerato dall’Onu come uno dei maggiori trafficanti di esseri umani – oltre ad aver ottenuto un ruolo di rilievo all’interno della guardia costiera libica e nella gestione dei campi di prigionia (perché di questo si tratta), si era anche seduto al tavolo con le istituzioni italiane. Un campanello d’allarme che dovrebbe riportare a considerazioni di merito sul Memorandum Italia-Libia, come fatto ripetutamente da Possibile con la mobilitazione #StopAccordiConLaLibia.

Come si cambia…

Oggi invece, la versione di Luigi Di Maio (ministro degli Esteri) è cambiata diametralmente. Solo ieri, infatti, aveva detto che l’accordo non è poi così male e che deve essere solamente modificato e non ritirato. Un cambio di punti di vista, come spesso accade quando si passa dall’opposizione alla maggioranza. Come nel classico gioco di ruoli della politica.

(foto di copertina: da video di Donato De Sena per Giornalettismo)

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