Michela Murgia mette in crisi la governatrice dell’Umbria Tesei sul ricovero di tre giorni per la pillola abortiva
17/06/2020 di Ilaria Roncone
Nella puntata di ieri di Tg Zero, programma radiofonico su Radio Capital condotto da Edoardo Buffoni e Michela Murgia, si è collegata con una telefonata la governatrice leghista dell’Umbria Donatella Tesei. Il suo nome negli ultimi giorni è rimbalzato parecchio, tra media e social, per via del fatto che ha reso necessari – perlomeno nella sua regione – tre giorni di ricovero per poter fruire della pillola abortiva. Nelle altre regioni d’Italia – che rimane comunque indietro rispetto agli altri paesi del mondo – la procedura che prevede la somministrazione di Ru486 può essere fatta in Day Hospital. Michela Murgia ha chiesto conto delle ragioni di una tale decisione e la Tesei non ha saputo rispondere.
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Michela Murgia mette in difficoltà Tesei
Circa al minuto 36 della puntata la governatrice umbra si collega. Dopo qualche chiacchiera iniziale, i due conduttori passano all’attacco facendo presente l’enorme quantità di polemiche che la decisione della Tesei ha scatenato. «La scelta innanzitutto è per tutelare la salute della donna», comincia Tesei, «perché comunque un’interruzione di gravidanza presenta dei rischi e credo che la salute vada tutelata prima e al di sopra di tutto». Murgia interviene: «Avevate evidenza numerica di donne che sono state male o che sono morte a casa perché non facevano il ricovero?». Tesei dice di no, alludendo a una legge nazionale che prevede il ricovero per tre giorni per l’interruzione di gravidanza. Si tratta di un consiglio, incalza Murgia, sottolineando come invece la Società di Ostetricia e Ginecologia consigli il Day Hospital.
L’«ipotetica tutela» per le donne
La domanda di Michela Murgia diventa specifica: «Perché avete pensato che possa essere più tutelata la salute se mi avete detto che non ci sono evidenze del fatto che la donna corra più rischi a casa?». «Non ne abbiamo ma non è detto che non ci siano», risponde la governatrice umbra. Una tutela ipotetica, dunque. Murgia insiste, alludendo al fatto che ci sono situazioni in cui tre giorni di ricovero non sono possibili per prendere la pillola abortiva: ragazze rimaste incinte che non vogliono dirlo ai genitori, situazioni in cui il partner interferisce. Insomma, la giornalista e scrittrice insiste sul punto che la libertà di scelta delle donne venga limitata da questo obbligo di ricovero per tre giorni. Murgia chiede se la governatrice pensi che la donna non sia in grado di autodeterminarsi e di tutelare la propria salute in autonomia e, da quel momento, la conversazione degenera. Murgia continua a fare appello a quello che viene detto dagli specialisti, Tesei insiste sul fatto che ciò che ha fatto l’Umbria è in linea con quello che stabilisce la nazione.