Matteo Salvini dopo il colloquio con Mattarella: «La via maestra secondo noi è il popolo»

Le consultazioni ormai giungono al termine. La penultima della seconda e ultima giornata è quella della Lega. A colloquio con Sergio Mattarella si sono presentati il leader del partito Matteo Salvini insieme ai suoi capigruppo alla Camera Riccardo Molinari e al Senato Massimiliano Romeo. «Abbiamo deciso di portare nelle case degli italiani i problemi che la vecchia politica, fino a qualche legislatura fa, avrebbe tenuto per sé» ma il messaggio è solo uno: «La via maestra secondo noi è il popolo, nessuno dovrebbe averne paura»

Matteo Salvini dopo il colloquio con Mattarella:«La via maestra secondo noi è il popolo»

«La sovranità appartiene al popolo chi meglio di loro puo deicdere a chi affidare le proprie sorti nei prossimi 5 anni». All’uscita dal lungo colloquio con il Presidente della Repubblica, durato quasi un’ora, Matteo Salvini si rivolge alla stampa. Il ritornello era quello che ci si aspettava: tornare alle elezioni. «In questi giorni ho scoperto tante cose» ha dichiarato Matteo Salvini, sostenendo che «evidentemente aver scoperchiato il vaso» ha fatto bene.

«Sono contento di rappresentare una forza politica compatta, che con i suoi interi gruppi ha preso e prenderà decisioni non per interesse personale ma del Paese» ha detto tra le prime cose l’ex vicepremier Matteo Salvini, che continua a sostenere la necessità di andare alle elezioni. «Sono stato il più strenuo sostenitore di questo governo, ora la via maestra non possono essere le manovre e i giochini di palazzo. Sono e devono essere le elezioni». Matteo Salvini ripropone l’urgenza di un governo di scopo, non uno il cui «collante» sia solo «andare contro qualcosa e qualcuno, cioè Salvini e la Lega» e «cancellare tutto quello che di buono è stato fatto». «Abbiamo letto la qualunque in questi giorni, ipotesi di governo non per fare qualcosa ma per andare contro qualcuno».

Matteo Salvini vuole elezioni, ma c’è un “ma”

«L’Italia non può permettersi di perdere tempo, di avere un governo che litiga e con posizioni distanti. Per questo abbiamo chiarito che i troppi “no” hanno portato alla fine di questa esperienza di governo che tante cose ha fatto finche era il governo del sì» ha quindi continuato nel suo intervento Matteo Salvini in tono perentorio che ricalca anche il tono usato negli slogan sui social network e durante i comizi estivi. Ma c’è anche una percentuale del suo discorso che sembra tenere una porta aperta: «Se qualcuno mi dice “ragioniamo perché i no diventano si”» dandoci «un tempo fare delle cose non per andare contro». Salvini ha raccontato di aver scoperto che molti no sarebbero diventati sì, e che ci sarebbero persone pronte a fare «manovre coraggiose», continua, definendosi «un uomo concreto e non porto rancore. Guardo avanti e non indietro». Rispetto agli «insulti» mossi da Giuseppe Conte in Senato, Salvini dichiara di aver deciso di non rispondere e di rispettare ancora il lavoro svolto insieme a Luigi Di Maio, che ha elogiato ancora una volta, forse anche per dare un segnale. Un supporto ribadito anche dalla disponibilità della Lega «anche nei giorni più neri» di votare il taglio al numero dei parlamentari, uno dei punti inaccettabili secondo il nuovo partner Nicola Zingaretti.

«Ciò che sarebbe irrispettoso nei confronti degli italiani sarebbe rivedere rientrare dalla finestra quei Renzi Boschi e Boldrini che gli italiani hanno cacciato dalla porta principale». «Se si vuole far andare avanti il Paese, noi ci siamo, basta guardare avanti e non indietro»

 

(Credits immagine di copertina: Twitter Quirinale@Quirinale)

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