Matteo Renzi e il vilipendio di bandiera (rossa)

«Chi conosceva appena il tuo colore, bandiera rossa/ sta per non conoscerti più, neanche coi sensi». Pier Paolo Pasolini è stato ancora una volta profetico. In uno dei suoi scritti, aveva letto con anticipo il destino della bandiera rossa. Non possono non riecheggiare queste frasi nel momento in cui Matteo Renzi, ospite di Massimo Giletti a Non è l’Arena, afferma con una calma serafica: «Bandiera Rossa non è il canto del Pd, è una canzone che rispetto, come rispetto chi la cantava aspettando Zingaretti. Se vogliono fare il partito di Bandiera Rossa avranno il mio rispetto ma non il mio aiuto. Ma Bandiera Rossa non sarà mai la mia canzone».

Matteo Renzi bandiera rossa, l’archiviazione del simbolo

Ma non si ferma soltanto a una considerazione personale sul testo della canzone. Matteo Renzi va ad attaccare proprio il simbolo delle lotte operaie, sminuendolo agli occhi delle nuove generazioni: «Per i ragazzi di oggi – ha rincarato la dose il leader di Italia Viva -, la bandiera rossa che sventola è soltanto quella della Ferrari».

Altra mossa comunicativa sagace: ieri, i principali social network erano pieni dell’esaltazione della scuderia di Maranello che, dopo due anni, è riuscita a centrare una doppietta grazie al successo di Sebastian Vettel e al secondo posto di Charles Leclerc. La parola Ferrari era già tra i trends. Matteo Renzi non è nuovo nella sua strategia di parlare per hashtag.

Matteo Renzi bandiera rossa, le parole in studio da Giletti

Ed è proprio questo contrasto a portarlo a rinnegare una parte della tradizione politica con cui l’ex sindaco di Firenze aveva condiviso un percorso. Il vilipendio di bandiera (rossa, in questo caso) si è consumato in collegamento con lo studio de L’Arena di Massimo Giletti. Dopo aver archiviato la stagione politica del Partito Democratico, Matteo Renzi va a cestinare anche i simboli di quello che, un tempo, ha composto una parte sostanziosa del suo elettorato. Ma com’era la storia? Ah già, i nuovi simboli sono la «strada nuova», lo «zaino in spalla» e «Nuova era» di Jovanotti. Italia Viva la trionferà?

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