I giornali che hanno pubblicato la cartella clinica di Messina Denaro non hanno pensato alla tutela dei dati sanitari?

Quanto conta il diritto di cronaca e quanto la tutela dei dati sanitari personali di qualcuno? Nel caso di Matteo Messina Denaro, arrestato ieri, sembra aver prevalso il diritto di cronaca in alcuni casi

17/01/2023 di Giordana Battisti

Lunedì 16 gennaio è stato arrestato a Palermo Matteo Messina Denaro, considerato il capo di Cosa Nostra. Messina Denaro era latitante da 30 anni e al momento dell’arresto si trovava nei pressi della clinica privata La Maddalena. Secondo quanto emerso nel corso della giornata di ieri, anche attraverso le dichiarazioni dei Carabinieri durante una conferenza stampa, Messina Denaro si trovava nella clinica perché aveva prenotato per quella giornata un ciclo di chemioterapia. Messina Denaro utilizzava il nome di Andrea Bonafede e una carta d’identità falsa per prenotare gli appuntamenti e sottoporsi alle cure mediche e alle terapie.

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Perché i giornali hanno deciso di pubblicare «la cartella clinica di Matteo Messina Denaro»?

La Repubblica ieri ha pubblicato un articolo intitolato La cartella clinica di Messina Denaro dove vengono riportate alcune informazioni molto precise riguardanti appunto il numero di ricoveri effettuati con il nome di Andrea Bonafede presso la clinica palermitana, le visite e gli esami medici e anche a quali e quanti interventi si è sottoposto nel corso degli anni precedenti. Queste informazioni, spesso corredate con le fotografie delle cartelle cliniche,  dovrebbero far riflettere sul tema della tutela della privacy dei dati sanitari e su cosa aggiungono questi particolari alla notizia dell’arresto di Messina Denaro: a questo argomento Giornalettismo dedicherà infatti l’approfondimento di oggi. Adnkronos, un’agenzia di stampa, ha pubblicato le foto della «cartella clinica di Messina Denaro» in cui compare il nome di Andrea Bonafede e che contiene informazioni riguardanti la diagnosi, risalente al 2020, di un cancro al colon. Sui vari giornali italiani sono comparse quindi varie notizie riguardanti le condizioni di salute di Messina Denaro comprese anche delle informazioni riguardanti la somministrazione delle dosi di vaccino contro il Covid come riferito da La Repubblica.

Le testate giornalistiche e le agenzie di stampa che hanno deciso di pubblicare le fotografie di queste cartelle cliniche e informazioni riguardanti le condizioni di salute di Messina Denaro hanno dovuto senz’altro fare una riflessione  mettendo su un piatto della bilancia il diritto di cronaca e sull’altro la tutela di dati sanitari privati che comparivano sotto il nome di Andrea Bonafede ma che appartenevano a Matteo Messina Denaro.

Avrebbero potuto, per esempio, estrapolare dalle fonti solo le informazioni che avrebbero aggiunto degli elementi utili a comprendere il contesto dell’arresto e il ruolo di Matteo Messina Denaro? Qual è invece lo scopo di pubblicare quasi integralmente delle informazioni così precise riguardanti la salute del capo di Cosa Nostra?

In questo caso il diritto di cronaca ha prevalso, ma resta da riflettere sul tema della tutela dei dati sanitari personali in Italia e dell’uso che la stampa ha fatto di queste informazioni. Anche nel caso in cui siano riferiti alla persona che è stata definita, anche sulla stampa estera, «la più ricercata» in Italia.

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