La storia del senatore di FdI che sui social ci tiene a specificare: «Nessuno di noi era a Bologna»

In occasione della 40° anniversario della Strage di Bologna, anche la destra è scesa in campo. Diversi i flashmob in giro dell’Italia. A Napoli, per esempio, alle 10.25 è stato esposto uno striscione che recitava: «Nessuno di noi era a Bologna». Una scelta che, poi, è stata indicata come una richiesta di giustizia per quello che è il più grave attentato terroristico avvenuto in Italia dal secondo dopoguerra. E quella posizione è stata condivisa anche dal senatore di Fratelli d’Italia Massimo Ruspandini, provocando inevitabili proteste.

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Per quella strage sono stati condannati i militanti di estrema destra Valerio Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini, mentre si continua a indagare – a oltre 40 anni dall’attentato – su Gilberto Cavallini (condannato in primo grado lo scorso mese di gennaio) e su Paolo Bellini (prima indagato, poi prosciolto dall’accusa e, ora, nuovamente imputato). Tutti esponenti dei movimenti neofascisti. Ma la destra non ci sta e pensa che quelle sentenze non siano lo specchio reale di quanto accaduto il 2 agosto del 1980 alla Stazione di Bologna. E lo stesso, evidentemente, lo ritiene anche il senatore di FdI Massimo Ruspandini.

Massimo Ruspandini e il post sulla Strage di Bologna

«Il Senatore Ruspandini spieghi il post che ha pubblicato. Con ‘Nessuno di noi’ cosa intende? Se intende ‘noi fascisti’ si dimetta immediatamente. Se intende “noi nar” si dimetta immediatamente – ha scritto l’Anpi di Frosinone sul proprio profilo Facebook -. Nella Repubblica fondata dai Partigiani non c’è posto per questi ‘noi’ nelle istituzioni».

Insomma, un post che ha creato inevitabili polemiche per via delle sfaccettature che quella frase utilizzata dalla destra che smentisce le sentenze della magistratura sul più grave attentato nella storia del nostro Paese.

(foto di copertina: da profilo Twitter di Massimo Ruspandini)

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