Il malware cinese che ha messo in allarme la Casa Bianca

Un tentativo di bloccare gli approvvigionamenti dei militari, ma con riflessi anche sulla popolazione

06/08/2023 di Redazione Giornalettismo

L’allarme era stato lanciato qualche settimana fa, ma oggi è diventato ufficiale. Come riportato dal New York Times, l’intelligence americana è alla prese con il tentativo di trovare e rimuovere un malware cinese che potrebbe compromettere le più basilari azioni nelle basi militari a stelle e strisce. La notizia arriva proprio all’indomani dell’impegno economico avviato dalla Casa Bianca che ha deciso di inviare la prima tranche del pacchetto di “aiuti militari” (del valore di 350 milioni di dollari) a Taiwan. Per il momento, non è noto il potenziale malevolo di questo codice, ma gli effetti potrebbero avere dei riflessi non solo sull’esercito, ma anche sulla popolazione civile.

Il malware cinese che ha messo in allarme la Casa Bianca

In particolare, si parla di un codice malevolo creato da alcuni hacker vicini alla Cina in grado di bloccare i flussi di energia elettrica e quelli idrici. Dalla Casa Bianca parlano espressamente di una “bomba a orologeria” che potrebbe essere attivata proprio in concomitanza di un possibile attacco cinese a Taiwan. Rendendo difficili gli approvvigionamenti, la reazione USA potrebbe essere rallentata. Le tensioni, dunque, sono elevate. Basti pensare che a maggio era stata Microsoft a mettere in allerta su una campagna di hacking cinese, con il nome in codice Volt Typhoon. E solo qualche anno fa, gli stessi Stati Uniti si trovarono  ad affrontare l’attacco informatico – sempre attraverso un malware – diffuso grazie ad alcune falle del software Orion sviluppato da SolarWinds.

È la geopolitica della cyberwar. L’abbiamo vista con il conflitto tra Russia e Ucrania ed è cresciuta – a volte in modo latente – anche tra USA e Cina. Negli ultimi mesi, per esempio, Pechino ha accusato Washington di aver provato a entrare in Huawei. Quest’ultima è stata – di fatto – bannata dagli Stati Uniti diversi anni fa. E sullo sfondo c’è anche TikTok, con Biden che da tempo cammina lungo i solchi lasciati da Trump, con l’idea di un ban della piattaforma in tutto il Paese. Mentre fuori dai confini “digitali”, c’è Taiwan. E non solo.

 

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