Il malware cinese che potrebbe aver condizionato i flussi e gli approvvigionamenti dell’esercito USA

Reti elettriche, sistemi di comunicazione e reti idriche sono a rischio: sullo sfondo, ci sono sempre le tensioni Usa-Cina su Taiwan

31/07/2023 di Gianmichele Laino

Un malware cinese sotto traccia, che potrebbe condizionare pesantemente i rapporti diplomatici tra gli Stati Uniti e Pechino. Un malware che, stando agli analisti (le cui opinioni sono state riportate in un report molto approfondito del NewYork Times), sarebbe stato installato da qualche tempo all’interno dei sistemi informatici americani e che, in base ai dati raccolti fino a questo momento, avrebbe potuto condizionare le reti elettriche, le reti idriche e le reti di comunicazione, sia per quanto riguarda aspetti militari, sia per quanto riguarda aspetti civili. Si tratta di una tensione che emerge, probabilmente non a caso, proprio quando tra Stati Uniti e Cina le tensioni diplomatiche stanno peggiorando, alla luce dell’invio di armi americane a Taiwan.

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Malware cinese, le tensioni con gli Stati Uniti si stanno moltiplicando

Per la prima volta, nello scorso week-end, gli Stati Uniti hanno annunciato che avrebbero inviato un pacchetto molto sostanzioso di armi a Taiwan direttamente dal proprio arsenale. Non un finanziamento indiretto – come magari era già successo in passato -, ma un aiuto che porterà nello stato che la Cina rivendica come proprio territorio delle armi made in USA. Si tratta di un aiuto da 345 milioni di dollari, parte di una fornitura complessiva da 1 miliardo di dollari. Non è un caso, dunque, che questo invio diretto abbia destato preoccupazioni in Cina e abbia fatto alzare la tensione anche sul piano militare.

Ma la questione del malware cinese risale a molto prima che questa fornitura di armi diventasse ufficiale. Alcuni esponenti del Congresso americano hanno utilizzato l’espressione “bomba a orologeria” (ticking time bomb) per definire questo malware. Prima o poi, insomma, l’esercito della Repubblica Popolare Cinese avrebbe potuto acquisire delle informazioni fondamentali sugli aspetti militari e civili degli Stati Uniti. Ed è da diverso tempo, ormai, che le alte sfere della Casa Bianca si stanno impegnando a risolvere tecnicamente questo problema.

Una stringa di codice molto strana rispetto alla norma sarebbe stata individuata già da qualche tempo nelle varie piattaforme che disciplinano gli approvvigionamenti dell’esercito americano. Tecnicamente, questo malware potrebbe portare – come vedremo – a rallentare fortemente le operazioni militari degli Stati Uniti, concedendo quindi un vantaggio agli attori che ne usufruirebbero.

La questione del malware, tra l’altro, si inserisce in un contesto in cui le tensioni tra Usa e Cina hanno riguardato altri aspetti della tecnologia. Vi ricordate le questioni di spionaggio e controspionaggio relative a palloni aerostatici individuati sul territorio americano? La conseguenza è stato un incontro tra il segretario di Stato Anthony Blinken e l’allora ministro degli Esteri cinese Qin Gang: nel mese di giugno, i due avevano provato la strada della distensione, anche per quanto riguarda la cosiddetta “diplomazia tecnologica”, quella necessaria a evitare incidenti nel settore dello spionaggio e della cybersicurezza. Con la rimozione di Qin Gang e la nomina di Wang Yi, le carte in gioco si sono rimescolate. E il malware cinese – da strategia di lungo corso – potrebbe tornare a essere casus belli nell’immediato. Lo scacchiere internazionale è molto, molto agitato.

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