Nella contraffazione online diventa sempre più centrale il ruolo degli influencer

Nell'ambito della contraffazione online il ruolo degli influencer che portano i prodotti contraffatti sugli schermi degli acquirenti finali è sempre più rilevante

25/10/2022 di Ilaria Roncone

Arriva il rapporto di Crime&Tech – Università Cattolica e Ministero dell’Interno realizzato con il supporto di Amazon. In breve: sempre più spesso – come rilevato – c’è una convergenza crescente tra contraffazione online, reati finanziari e cybercrime. Crescono, inoltre, i domini fraudolenti e i furti di identità di venditori e acquirenti online. Viene segnalata, nel rapporto, la necessità di un approccio integrato a tutto questo tra pubblico e privato affinché si possa contrastare l’evoluzione dei fenomeni criminali.

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Contraffazione online in aumento e prevenzione: a che punto siamo?

Di questi temi si è parlato in occasione della conferenza finale del progetto FATA – From Awareness To Action tenutasi presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore. I relatori presenti hanno fornito tutta una serie di dati e casi studio per aiutare a capire l’evoluzione della contraffazione online, evidenziando come stia crescendo il legame tra vendita online di prodotti contraffatti, reati finanziari – le frodi nei metodi di pagamento, per esempio – e reati cyber.

Anche l furto di credenziali e di account sulle piattaforme online è cresciuto moltissimo, +347% tra 2018 e 2019 sfruttando i vari e costantemente in evoluzione schemi di Account Takeover. Anche la diffusione di malware e il furto d’identità tramite phishing o e-skimming cresce, con i domini fraudolenti che vengono utilizzati non solo per vendere prodotti contraffatti ma anche per sottrarre dati di pagamento e di navigazione degli utenti.

Sempre più centrale la presenza di influencer che promuovo prodotti contraffatti

In seguito all’emergenza Covid, inoltre, sono cresciute anche le campagne pubblicitarie fraudolente su app di messaggistica e social media per la vendita di prodotti contraffatti. Sono sempre più centrali gli influencer che, lavorando, promuovono prodotti contraffatti su social media e app di messaggistica diventanto dei veri e propri intermediari. Un esempio dei tanti citati nel rapporto? Bologna Luxury, per cui una giovane influencer faceva da tramite sui social tra i produttori di beni contraffatti in Cina e il consumatore finale in Italia.

Come agire contro il fenomeno?

Partendo da una collaborazione pubblico-privata più stretta, che porti a dialogare i due settori nell’attività contro la contraffazione e l’anti-riciclaggio. Il Prefetto Vittorio Rizzi ha affermato che «in questo contesto si ritiene prioritaria un’azione complessiva che sia volta ad individuare diverse ed innovative strategie di prevenzione e contrasto». Lo scopo dell’evento è quello di unire allo stesso tavolo ricercatori, autorità pubbliche a livello nazionale ed europeo, ed esponenti del settore privato al fine di creare un progetto (FATA) che – come lo ha definito Kebharu Smith, Director della Counterfeit Crimes Unit di Amazon – «rappresenta un modello vincente di collaborazione tra enti pubblici e privati. Collaboriamo con marchi, forze dell’ordine e clienti in tutto il mondo per identificare gli schemi criminali utilizzati dai contraffattori e perseguirli, con l’obiettivo di fermarli definitivamente».

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