Ha senso difendere a spada tratta Ferragni per il video in cui Leo sembra forzato a fare una foto?

Molte persone stanno difendendo Chiara Ferragni sul video in cui si sente la voce della tata pubblicato e poi rimosso, ma ha senso farlo in questo modo?

17/10/2022 di Ilaria Roncone

Chiara Ferragni e il marito Fedez sono tra i personaggi più divisivi in Italia. Diventati celebri sui social, contano – insieme – decine di milioni di persone che li seguono e, con quei profili, monetizzano in ogni modo possibile. Tra i contenuti che più spesso possiamo trovare sia su Instagram che su TikTok (la Ferragni sta investendo un bel po’ di tempo nella creazione di contenuti che parlino il linguaggio della generazione Z non trascurando, comunque, il social di Meta) ci sono quelli relativi ai figlio Leone e alla figlia Vittoria. Ce n’è uno, in particolare, il video Leo non vuole fare foto (che in realtà ha come protagonista Vittoria) che è stato condiviso nella giornata di ieri con l’audio – scatenando una serie di polemiche – per poi essere cancellato e ricondiviso senza audio in seguito alle discussioni nate in merito.

Oggi, su Twitter, troviamo tutta una serie di persone che – come sempre accade – si schierano dalla parte di quelli che sono diventati dei veri e propri beniamini, troppo spesso attaccati ingiustamente (ricordiamo il caso della raccolta fondi per il San Raffaele) e stavolta difesi senza comprendere appieno quello che, tramite i loro profili social, fanno ogni giorno sfruttando l’immagine dei loro figli.

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Il video Leo non vuole fare foto: cosa si sente

Partiamo dal presupposto che questo video è stato condiviso con audio, tolto in seguito a una serie di polemiche nate e ricaricato senza audio. Cosa si vede? La piccola Vittoria, secondogenita dei Ferragnez, viene inquadrata e salutata dalla mamma con un cappellino in testa. Il punto, però non è la bambina: in sottofondo si sente una voce, quella della tata, che rivolgendosi a Leo (non inquadrato con lo smartphone della Ferragni) afferma: «Solo un minuto Leo. Fai un sorriso poi hai finito e puoi continuare a disegnare».

Si tratta, palesemente, della situazione in cui un bambino viene interrotto per potergli fare una fotografia o un video. Cosa che il piccolo sembra non voler fare, vista la necessità di insistenza da parte della tata. A far notare per prima la cosa sui suoi profili Twitter e Instagram è stata la divulgatrice Serena Mazzini, sottolineando come Ferragni abbia scelto di eliminare il contenuto con audio per ripubblicarlo senza. In seguito – tra ieri e oggi – si sono scatenate una serie di discussioni in merito e c’è chi (come sempre accade) si spende per difendere Chiara Ferragni a tutti i costi.

Quanto ha senso difendere Ferragni in questo caso?

Chi sceglie di difenderla – come si vede nei tweet qui sotto – punta sul fatto che tutti, nella vita, siamo stati costretti dai nostri genitori a metterci in posa per una foto o un video almeno una volta. Il punto, adesso, è che se lo fanno Ferragni e il marito deve per forza nascere una polemica che si basa sul nulla.

Ha senso fare questo ragionamento? Assolutamente no, perché i presupposti sono ben diversi. Chiunque di noi – come viene sottolineato anche nei tweet – è stato forzato a mettersi in posa affinché i genitori potessero conservare e condividere con lui, in futuro, un ricordo. Nel caso dei figli di Ferragni e Fedez e di tutti i genitori che sfruttano quotidianamente l’immagine dei propri figli per monetizzare sui social, inserendoli anche in adv, la situazione è ben diversa.

I bambini vengono inseriti all’interno di contesti nei quali, per loro, è stato pensato e disposto un vero copione – sia esso per un lavoro o perché quello fa comodo a un genitore per aumentare l’engagement del proprio profilo social -. Esistono casi di baby influencer – fenomeno i cui dati sono sottoposti a costanti analisi nel mondo, compresa quella di Forbes – che vengono impiegati affinché guadagnino cifre da capogiro (due esempi qui e qui) già da diversi anni.

Nell’ultimo periodo, però, abbiamo iniziato a chiederci quanto giusto sia disporre dell’immagine di minori (siano pure figli di chi lo fa) in questo modo, senza che ci sia la volontà accordata da parte di chi – essendo bambino – non può scegliere o meno per se stesso. Si tratta di un dibattito che è destinato a continuare e a prendere dimensioni sempre più grandi e di riflessioni che, a prescindere dalla posizione che si assume, è fortemente necessario fare per proteggere questi minori.

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