Chiara Ferragni: nonostante gli appelli al voto e il sostegno ai diritti, l’affluenza è bassa e vince la destra

Ferragni si è spesso esposta a sostegno dei diritti e contro i partiti di destra, ma il coinvolgimento dei follower non basta a contrastare i partiti più conservatori

26/09/2022 di Redazione

Anche ieri, 25 settembre, Chiara Ferragni ha invitato i propri followers su Instagram ad andare a votare. In un selfie postato sulle Storie, Ferragni mostra la tessera elettorale e la carta d’identità, e scrive: «Andate a votare oggi». L’imprenditrice e influencer conta 27.9 milioni di follower su Instagram, meno su TikTok, dove nel giorno delle elezioni ha postato un video – che ha raccolto 184 mila like – in cui mostra l’outfit che ha scelto per recarsi al seggio. «Andiamo a votare» dice Ferragni alla fine del video.
@chiaraferragni♬ original sound – Chiara Ferragni

Nonostante il tentativo di coinvolgere i followers e di incentivare al voto, queste sono state le elezioni in cui si è registrata l’affluenza più bassa della storia repubblicana. Bisognerà rivalutare l’incisività che i social hanno su temi rilevanti come la politica?

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Chiara Ferragni, i suoi follower avranno votato?

Non è la prima volta che Chiara Ferragni invita i propri follower a partecipare attivamente alla vita politica del Paese o decide di esporsi riguardo ai temi più rilevanti legati alla politica e più in particolare alla campagna elettorale che si è svolta in questi giorni. Lo scorso anno, quando in Parlamento è stato affossato il Ddl Zan, Ferragni aveva scritto in una Storia «Che schifo che fate politici» e per questo era stata molto criticata anche da Matteo Renzi.

Nel corso dell’ultimo mese, l’influencer ha condiviso vari post sui propri canali, per esempio quello dell’account Apriteilcervello, una pagina seguita da più di 700 mila persone. Qualche giorno fa, Ferragni aveva postato un secondo appello al voto, anche questo tramite un mini – set di Storie in cui ha scritto: «Tanti diritti di cui oggi godiamo non sono un dono, ma una conquista e per quanto ci sembrino ovvi e scontati, possono essere messi in discussione, minacciati, ridotti, cancellati in qualsiasi momento. Il voto è uno dei pochi strumenti di cui disponiamo per proteggerli, per crearne di nuovi, per estenderli a chi oggi se li vede negati. E per decidere in che direzione debba andare il nostro Paese: se in avanti o indietro di decenni. È una nostra responsabilità e non votare significa delegare ad altri ciò che sta a noi decidere. Andate a votare domenica 25 settembre».

Prima degli appelli al voto degli ultimi giorni, aveva fatto discutere il suo intervento a sostegno del diritto all’aborto. Ance in quel caso, Ferragni aveva utilizzato le Storie di Instagram per condividere un articolo della testata online The Vision, intitolato Fratelli d’Italia ha reso praticamente impossibile abortire nelle Marche, che governa. L’articolo si basa su una più ampia indagine condotta dal quotidiano inglese The Guardian, che definisce la regione marchigiana un “laboratorio” per le politiche che si presume il partito di estrema destra guidato da Giorgia Meloni vorrebbe adottare. In seguito a questa presa di posizione di Chiara Ferragni si è aperto un dibattito riguardante la misura in cui gli influencer potrebbero – appunto – influenzare sia l’affluenza ai seggi che il voto a favore dei partiti più progressisti. Nonostante l’impegno dimostrato da Chiara Ferragni, che per i suoi appelli al voto è stata anche attaccata da Ignazio La Russa, esponente di Fratelli d’Italia, queste elezioni hanno registrato l’affluenza più bassa di sempre.

Insomma, il risultato delle ultime elezioni sembra aver risposto alla domanda che alcuni si sono posti in questi giorni: «Quanto e come Chiara Ferragni riuscirà ad influenzare i suoi follower?». Le elezioni con la più bassa affluenza di sempre sono state stravinte dalla coalizione di destra, spesso criticata da Ferragni. Segno forse di quanto i mezzi come i social network e gli influencer che spesso li utilizzano per diffondere le proprie opinioni non riescano ad essere molto incisivi su temi meno leggeri di altri, come la politica appunto, di cui si parla sui social.

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