Gli scrittori combattono per vedersi riconosciuti i diritti con le aziende AI

Tra cause e lettere aperte, l'intenzione degli scrittori per far valere i propri diritti su OpenAI e le altre aziende AI è evidentemente quella di non fermarsi

24/09/2023 di Redazione Giornalettismo

Quella a cui partecipa George R.R. Martin, l’autore de Il Trono di Spade, è solo l’ultima delle tante cause depositate negli Stati Uniti da gruppo di scrittori – che siano di cinema o che siano di libri – contro OpenAI e tutte le aziende che operano e si arricchiscono con l’intelligenza artificiale. La ragione è sempre quella: i materiali dati in pasto ai sistemi generativi sono anche opere di autori coperte da copyright per le quali non è stato chiesto nessun consenso e per le quali non è stato pagato alcun compenso.

Il mondo della scrittura ha richieste precise per OpenAI e le altre aziende

A tal proposito c’è una lettera aperta alle aziende che monetizzano grazie all’AI e che addestrano i modelli generativi in cui si chiedono proprio queste cose, lettera che hanno firmato 10 mila autori e che è stata scritta dalla Authors Guild (la più grande associazione di autori statunitense che, tra le altre cose, promette di difendere il copyright). Nel campo delle immagini, l’ultima notizia è che Dall-E, l’AI che genera immagini di OpenAI, sarà integrato in alcune versioni di ChatGPT permettendo – così – all’utente abbonato di godere di un’esperienza generativa totale.

Per quanto riguarda il copyright, Dall-E vuole fornire l’opportunità agli artisti di chiedere la rimozione delle loro opere dai set di dati per i futuri addestramenti ma, ovviamente, si riserva la possibilità di non poterlo fare poiché l’ignaro artista potrebbe aver concesso la licenza a terze parti. Oltre a questo, Microsoft si è messa a disposizione per fornire assistenza legale a chi utilizzerà il suo Copilot in caso dovesse essere denunciato per violazione di copyright. Insomma, le aziende AI sembrano fare passi in avanti per mettersi in regola ma la verità e che nel mondo del cinema e dello spettacolo la preoccupazione non sta diminuendo e lo testimoniano parole come quelle dell’attrice Keira Knightley, che ha affermato di voler provare a proteggere il suo volto mettendoci il copyright.

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