Locatelli dice che possiamo respirare: “Dopo 12 giorni dall’inizio della fase 2 ancora non si vede l’impennata”

«Un’ottima premessa per la fase che inizia domani»: così il presidente del Consiglio Superiore si Sanità e membro del comitato tecnico-scientifico Locatelli definisce l’assenza dell’impennata nei dati sui nuovi contagi. Stiamo riprendendo fiato, afferma, sottolineando come «solo due regioni, Piemonte e Lombardia, presentano numeri di positivi a tre cifre». E aggiunge: «le misure di contenimento hanno impedito all’epidemia di dilagare al centro, al sud e nelle isole». L’assenza della tanto temuta impennata nei dati – finora e, ci auguriamo, anche in seguito – per mette al paese e alle terapie intensive di respirare.

LEGGI ANCHE >>> Nessun limite per i ritrovi in casa, entra in gioco il senso di responsabilità degli italiani

«Nessun impatto negativo sul rallentamento dei casi»

L’impatto negativo sull’allentamento dei casi a 12 giorni dalle prime riaperture, quindi, non c’è. «Positivo che l’approccio graduale di riaperture abbia dato queste risposte», sottolinea Locatelli in un’intervista al Corriere della Sera. E sul rischio di contagio nelle singole regioni evidenzia come, nella stragrande maggioranza dei casi, sia da ritenere basso. C’è solo da prestare attenzione – nella situazione attuale – a Lombardia, Molise e Umbria. Un commento all’ormai celebre funerale in Molise che, secondo Locatelli, se fosse avvenuto in una regione come il Lazio, la Campania o la Lombardia – che contano milioni di abitanti – avrebbe causato non pochi problemi.

Locatelli sulla distanza di sicurezza

Qual è, secondo l’esperto, la giusta distanza di sicurezza da tenere? La risposta cambia a seconda della situazione. «Minimo un metro», e su questo non si discute. «Partiamo dal presupposto che le probabilità di contagio dipendono dalla quantità di particelle di virus emesse con le goccioline e dalla durata dell’esposizione. Quindi i luoghi aperti sono meno pericolosi di quelli chiusi». Del droplet dice che «se respiriamo la quantità è limitata, aumentano se parliamo a voce bassa, ancora di più a voce alta e ancor più cantando» e «in un luogo chiuso in assenza di distanziamento, le probabilità di contagio» dipendono proprio da questi droplet. Attenzione alle palestre: «Mantenere i due metri è più rassicurante. La distanza va modulata a seconda delle attività. È chiaro che chi corre sul tapis roulant, sotto sforzo, respirando a bocca aperta è più pericoloso di chi fa yoga».

(Immagine copertina dalla puntata di Di Martedì del 12/05/2020)

Share this article