Il gioco delle tre carte di Elon Musk: dal limite ai tweet al contratto con Google Cloud

Cosa sta succedendo al social dei messaggi brevi?

09/07/2023 di Redazione Giornalettismo

Senza alcun preavviso, Elon Musk ha deciso di imporre dei nuovi limiti (temporanei) alla visualizzazione dei tweet su Twitter. La carte sul tavolo sono cambiate già tre volte nel corso delle ultime ore. All’inizio, gli utenti “abbonati” – cioè i profili verificati, tramite pagamento – potevano leggere fino a 6mila tweet, mentre quelli “base” non più di 600. Ora, questi “Twitter Limits” sono saliti rispettivamente a 10mila per gli abbonati e mille per chi continua a usufruire gratuitamente della piattaforma social. Ma perché sta succedendo tutto questo?

Limiti Twitter, cosa ha in mente Elon Musk

L’imprenditore ha motivato questa scelta accusando i sistemi AI. In particolare, sostiene che molti degli strumenti basati sull’intelligenza artificiale utilizzino Twitter per fare data scraping. Questo vuol dire che, attraverso algoritmi e altri strumenti, gli sviluppatori delle grandi aziende attingevano dalla piattaforma per allenare e addestrare i loro modelli di linguaggio generativi. Possibile? Certo, ma Musk aveva già messo a pagamento l’accesso all’API di Twitter. Dunque, sembra poterci essere molto di più dietro la decisione di limitare la visualizzazione dei tweet.

Oltre all’aspetto commerciale, quindi dare una spinta agli abbonamenti Twitter Blue, di recente l’azienda di Elon Musk ha avuto un contenzioso con Google per quel che riguarda l’archiviazione in cloud. La situazione, ora, dovrebbe essersi risolta. Ma solo dopo un lunghissimo braccio di ferro contrattuale tra Twitter e Mountain View. Tutto risolto? Forse. Perché non ci sono dettagli sul nuovo contratto stipulato – che dovrebbe essere differente rispetto a quello sancito nel 2018 -, ma è noto come social network come Twitter abbiamo un’esigenza vitale: sempre più spazio per lo storage. Limitare la visualizzazione dei tweet, dunque, potrebbe “alleggerire” lo spazio necessario allocato in cloud.

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