C’entra la trattativa estenuante tra Musk e Google Cloud sulla limitazione per i tweet?

A inizio giugno, la newsletter Platformer aveva dato la notizia di un possibile contenzioso tra le due aziende. Ma il problema dovrebbe essere stato risolto

03/07/2023 di Gianmichele Laino

Questa è la storia di una trattativa che, come molte altre che hanno come protagonista Elon Musk, non è stata condotta propriamente in maniera serena. Stiamo parlando del link che collega Twitter e Google Cloud. Il social network di Elon Musk utilizza i servizi di storage di Google e di Amazon per aumentare la sua capacità di gestione della piattaforma stessa. In passato, Twitter aveva fatto un piccolo braccio di ferro con Amazon, mentre – nelle prime settimane di giugno – c’era stato un problema piuttosto serio con Google Cloud per il rinnovo dell’abbonamento. A dare questa notizia erano stati due massimi esperti del settore: Zoe Schiffer e Casey Newton, collaboratori di The Verge, che avevano scritto di questo contenzioso sulla propria newsletter a pagamento, Platformer. Le tensioni risalivano al periodo intorno al 10 giugno, a poche settimane dalla scadenza del contratto che legava Twitter a Google.

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Twitter e Google Cloud, la storia del contenzioso

Il primo contratto tra Twitter e Google Cloud risaliva al 2018. Stiamo parlando dell’acquisto, da parte di Twitter, di servizi di storage pari a un miliardo di dollari. Una cifra significativa, che sicuramente presupponeva una altrettanto importante collaborazione tra le due realtà. Il contratto, come l’anno di sottoscrizione suggerisce, era un altro pezzetto di eredità della precedente gestione del social network che, nel 2022, è stato rilevato da Elon Musk. La scadenza dell’accordo era stata fissata al 30 giugno 2023, esattamente il giorno prima rispetto alla notizia che il proprietario della piattaforma aveva limitato il numero di tweet visualizzabili per gli utenti (sia per quelli base, sia per quelli abbonati a Twitter Blue).

Qualcuno, dunque, ha messo in correlazione le due cose: Twitter avrebbe smesso di pagare Google Cloud e di servirsi dei suoi prodotti e, di conseguenza, avrebbe limitato il numero di tweet visualizzabili per essere sicuro di poter contare sugli strumenti proprietari (in modo particolare il servizio denominato Smyte, acquisito da Twitter nel 2016) per portare avanti il sistema di moderazione dei contenuti, la lotta ai bot e ai troll, l’eliminazione di materiale pedopornografico. Insomma, non avendo a disposizione i volumi garantiti da una multinazionale specializzata come Google, Twitter avrebbe virato sull’autarchia, trovandosi nella condizione, tuttavia, di dover limitare di molto il numero delle interazioni sulla piattaforma.

Nei giorni scorsi, era stata data notizia del fatto che Twitter avesse ricominciato a saldare i debiti con Google Cloud, dopo che Elon Musk aveva interrotto il flusso di denaro da Twitter a Google Cloud. Questo a seguito di una intensa collaborazione tra la nuova CEO di Twitter, Linda Yaccarino, e i vertici di Mountain View. Tuttavia, non è chiaro se questi pagamenti fossero semplicemente il saldo dei termini del vecchio contratto o se fossero la base per la stipulazione di un nuovo accordo. Fatto sta che la coincidenza tra la data della scadenza dell’accordo Twitter-Google Cloud e la limitazione delle visualizzazioni dei tweet resta un punto fermo.

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