Liliana Segre non parlerà mai più in pubblico della sua esperienza di deportazione: «Tormento psichico»

La senatrice a vita ha anche dubbi sul fatto di poter presiedere la commissione contro l'odio

18/09/2020 di Redazione

Liliana Segre ha recentemente compiuto 90 anni. Un’età della riflessione, che – se si aggiunge ad alcuni piccoli problemi di salute che ci sono stati nei mesi scorsi – impone una maggiore attenzione rispetto al suo impegno pubblico. Fino a questo momento, le sue testimonianze – soprattutto per i più giovani – legati alla sua esperienza di deportazione ad Auschwitz erano state fondamentali in incontri pubblici, conferenze, appuntamenti culturali e dall’alto valore sociale. Ora, però, Liliana Segre non parlerà più di quelle esperienze del passato, troppo forte il senso di logoramento che sta avvertendo ultimamente.

LEGGI ANCHE > Dopo gli insulti, hanno dato la scorta a Liliana Segre

Liliana Segre e il logoramento psichico del racconto della deportazione

Nel corso di una sua intervista a Repubblica, la senatrice a vita ha affermato di rinunciare alle testimonianze sul periodo della deportazione: «Continuerò a parlare in pubblico, se ne avrò le forze, ma non ripeterò più la mia testimonianza – ha detto -. La mia vita è caratterizzata da fasi e da tempo sentivo che questa fase, durata circa 30 anni, doveva finire». La sensazione che si prova, ricorda la senatrice, è diversa a seconda che ci si trovi da un lato o dall’altro del tavolo: forse per chi ascolta le sue testimonianze, i suoi racconti diventano una prova di forza e una testimonianza imperdibile; ma per chi quelle testimonianze è costretta a enunciarle, il logoramento psichico è una componente che non diventa più sostenibile.

Liliana Segre e la valutazione sulle sue uscite pubbliche

Inoltre, nell’ultimo periodo – con i lavori della commissione parlamentare sull’odio che sono stati rinviati al periodo successivo all’emergenza sanitaria da coronavirus – la senatrice sta riflettendo sulla possibilità di presiedere effettivamente una commissione a cui ha contribuito vivamente attraverso la sua spinta in senato. Possibile una valutazione anche da questo punto di vista, insomma.

La senatrice, sempre nel corso dell’intervista a Repubblica, ha voluto valutare attentamente le ragioni del sì e del no al referendum sul taglio dei parlamentari. Dopo aver fatto un’analisi approfondita su entrambi gli schieramenti, tuttavia, Liliana Segre sembra essere orientata a votare no.

Share this article