Libero, che aveva titolato sulle ‘prove tecniche di strage’, ora dice che ‘dobbiamo tutti darci una calmata’

Allarmismo, media accusati di divulgare notizie preoccupanti, governatori che vanno in diretta Facebook muniti di mascherina. Il tutto sembra alimentare la paura dei cittadini italiani – che un po’ del loro ci mettono, condividendo bufale sui social network, anzi molto spesso andandosele a cercare – sul coronavirus che ha provocato oltre 47o contagi in Italia (l’ultimo anche in Abruzzo) e che ha fatto 12 vittime nel nostro Paese. Il quotidiano Libero, da questo punto di vista, non aveva dato una grossa mano se, nella giornata del 23 febbraio, aveva diffuso la sua edizione del giorno con il titolone: «Prove tecniche di strage».

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Libero cambia linea sul coronavirus

Oggi, però, ha fatto retromarcia: a sole 96 ore di distanza da quella prima pagina, il 27 febbraio ripropone un titolo decisamente in controtendenza. Le prove tecniche di strage vengono messe in soffitta e vengono sostituite da «Virus, ora si esagera», con tanto di occhiello «Diamoci tutti una calmata».

Interessante che il quotidiano diretto da Pietro Senaldi e che ospita gli editoriali di Vittorio Feltri abbia cambiato la propria linea, collaborando finalmente al tentativo di rasserenare gli animi sulla questione coronavirus. Nei giorni scorsi, infatti, abbiamo assistito a veri e propri assalti ai supermercati, ad aggressioni (verbali e non) ingiustificate sia a cittadini cinesi, sia a nostri connazionali del nord Italia in vacanza al sud. Il tutto anche a causa delle forti tensioni mediatiche che la diffusione di notizie, spesso contrastanti, ha creato, con un vero e proprio inquinamento dell’ecosistema dell’informazione.

Libero spiega che dobbiamo darci una calmata, dopo aver fatto il titolo ‘prove tecniche di strage’

Libero prova, oggi, a ridimensionare il fenomeno: si scrivono massime come ‘non possiamo rinunciare a vivere per la paura di morire’, ‘non ha senso penalizzare ogni attività’, analizza i decessi in Italia e il fatto che siano collegati a persone già debilitate, ma non rinuncia alla bordata politica, affermando come sia necessario un governo di unità nazionale per gestire l’emergenza, accusando Giuseppe Conte di non essere stato all’altezza della situazione.

Insomma, Libero torna sui suoi passi. Ma – come la storia dei giornali ci insegna – la smentita di una prima notizia, purtroppo, ha sempre meno risonanza rispetto alla notizia stessa data per la prima volta in quel modo.

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