Problemi di CIE: il caso del lettore NFC

Per poter accedere ai servizi (anche pubblici) attraverso la Carta d'Identità Elettronica occorre un'antenna specifica sul proprio smartphone. Ma non tutti lo hanno e anche per quel che riguarda i pc, occorre un apparato esterno (e costoso)

23/12/2022 di Enzo Boldi

Si fa presto a dire Carta d’Identità Elettronica. Si fa presto a dire che questo sistema possa sostituire lo SPID. Si fa presto a puntare il dito nei confronti di una tecnologia che ormai è entrata a far parte della vita di oltre il 50% della popolazione italiana (e che viene utilizzata nella quasi totalità delle autenticazioni). Perché da quanto ha parlato il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Innovazione Tecnologica, Alessio Butti, si è iniziato a pensare alla CIE come soluzione a tutti i mali, in grado di sostituire in toto il Sistema Pubblico di Identificazione Personale (SPID). Ma tra le difficoltà in questo passaggio, ci sono anche degli aspetti tecnici impossibili da sottovalutare: il lettore NFC.

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La questione del lettore NFC (acronimo che sta per near-field communication, ovvero comunicazione di prossimità) indispensabile per procedere con l’autenticazione attraverso la CIE, è stata sollevata – in seconda battuta – proprio dallo stesso Alessio Butti in una lettera inviata a Il Corriere della Sera. Perché dopo le polemiche iniziali, lo stesso Sottosegretario con delega all’Innovazione Tecnologica – pur confermando l’intenzione di un superamento del sistema SPID – ha messo in evidenza questa problematica tecnica:

«La CIE è ancora poco usabile da Pc e smartphone, perché richiede un lettore smartcard da collegare, o uno smartphone con lettore NFC (per intenderci, quello che possiamo usare al posto della carta di credito). Anche se alcuni telefonini di nuova generazione sono dotati di tecnologia NFC, restano ancora alcuni ostacoli».

Una questione nota, anzi notissima. Perché se per utilizzare lo SPID occorre (oltre alle credenziali) solamente l’app di riferimento del gestore per procedere con l’autenticazione e accedere in un portale (anche istituzionale come INPS o Agenzia delle Entrate, ma non solo), con la CIE serve questo strumento che non è in possesso su tutti i dispositivi.

Come accedere con uno smartphone

Di seguito, per esempio, mostriamo la procedura per accedere all’App IO utilizzando proprio la Carta d’Identità Elettronica attraverso uno smartphone dotato di questa tecnologia (uno Xiaomi Mi Note 10).

Si parte, dunque, con la richiesta del codice di 8 cifre consegnato contestualmente al rilascio della Carta d’Identità Elettronica. Dopodiché, l’app richiede un’azione da parte dell’utente: appoggiare la propria CIE sullo smartphone, all’altezza dell’antenna NFC (spesso si trova sul retro, sotto la fotocamera, ma ogni modello in cui è presente questa tecnologia ha una struttura differente).

Poi, una volta trovata la posizione giusta, occorre attendere circa 20 secondi per la lettura.

Per poi arrivare alla convalida della propria CIE.

Infine, si arriva a una schermata in cui l’app (in questo caso, ma vale anche per i siti istituzionali) chiede all’utente l’autorizzazione per l’invio di alcuni dati sensibili (si tratta, nella maggior parte dei casi, di nome, cognome, data di nascita e codice fiscale).

Questa è la procedura effettuata con uno smartphone dotato di lettore NFC.

Lettore NFC, uno dei problemi della CIE

Il sistema, dunque, è all’apparenza molto semplice e veloce. Ma prevede l’utilizzo di dispositivi che hanno al loro interno il lettore NFC. E la conferma arriva proprio dal Ministero dell’Interno che ha pubblicato le istruzioni per l’accesso tramite CIE. E se gli smartphone che sono in possesso di questa tecnologia sono molti (ma non tutti, ma ci sono anche gli iPhone di ultima generazione nell’elenco), un altro problema riguarda l’accesso attraverso PC. Perché sempre il Viminale spiega:

«Gli utenti che vogliono utilizzare un lettore NFC e la propria CIE per accedere ai servizi in rete devono installare sul proprio PC il software CIE (Middleware) fra quelli resi disponibili in fondo alla pagina».

Serve, dunque, un lettore NFC per poter accedere ai servizi della Pubblica Amministrazione utilizzando la propria Carta d’Identità Elettronica. Come spiegato in questo video pubblicato due anni fa dal Poligrafico dello Stato su YouTube.

E non si tratta di una questione di lana caprina. Perché è vero che il mercato offre questa possibilità, ma tutto ha un prezzo. E a spendere – almeno per il momento – è il singolo cittadino. E per farsi un’idea del costo basta scorrere lungo la pagina del sito di e-commerce Amazon e visualizzare le varie offerte. Prezzi che variano dai 40 ai 60 euro (con picchi anche più elevati). A tutto ciò si deve unire una delle tematiche portate avanti da chi ha sempre contestato lo SPID: la difficoltà per i più anziani (o i poco avvezzi alla tecnologia) a utilizzare queste strumentazioni digitali. E se con lo SPID serviva un’app (dopo aver proceduto alla richiesta e all’ottenimento delle credenziali), al momento per la CIE serve la nuova Carta d’Identità (che ben presto tutti avranno, per il momento siamo a circa il 50% della popolazione) e altri strumenti o dispositivi (che non hanno un prezzo ridotto) per l’autenticazione. Non è tutto oro quello che luccica.

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