Quali sono i lavoratori che rischiano di più in una eventuale ripartenza secondo il comitato tecnico-scientifico

10/04/2020 di Redazione

Una sorta di semaforo per le aziende che non hanno ancora iniziato la loro attività a causa del lockdown che ormai dura da circa un mese per cercare di contrastare l’emergenza coronavirus. Il comitato tecnico-scientifico che sta supportando il governo nelle scelte da attuare per limitare il contagio sta valutando quali sono i lavoratori più a rischio in una eventuale riapertura di alcune attività industriali e commerciali. I livelli di rischio sono tre, dal più basso al più alto, passando per un livello intermedio. Insomma, sono state scelte le modalità standard della luce rossa, luce gialla e luce verde per individuare le categorie che, molto probabilmente, partiranno prima di altre all’indomani del 14 aprile.

LEGGI ANCHE > Ipotesi librerie a cartolibrerie aperte dal 14 aprile, per i cittadini se ne riparlerà a maggio

Lavoratori più a rischio per coronavirus: la valutazione del comitato tecnico-scientifico

Luce verde soprattutto per le categorie nelle quali è più semplice il distanziamento sociale. Gli agricoltori sono quelli meno a rischio contagio, nella stessa porzione di tabella che ospita anche notai e assicuratori, contabili, falegnami e mobilifici, l’indotto delle attività immobiliari e gli elettricisti (anche coloro che riparano materiali domestici).

Luce gialla, quindi con rischio più alto ma non al massimo livello, per tutta un’altra tipologia di lavoratori, quelli che hanno contatti con il pubblico ma che possono limitarli grazie a precauzioni prese dai datori di lavoro: facilmente immaginabile inserire in questa categoria tutte quelle aziende che stanno incentivando lo smartworking e che, per questo motivo, sono rimaste operative anche durante il lockdown. Tutti gli operai rientrano in questa categoria, dai metalmeccanici, al tessile, passando per il settore siderurgico: si tratta del vero motore industriale del Paese che, quindi, potrebbe ripartire con i dovuti accorgimenti. Nella categoria rientrano anche i negozi al dettaglio che, quindi, potrebbero tornare ad alzare le loro saracinesche se i datori di lavoro assicureranno ai commessi le giuste misure di sicurezza.

Lavoratori più a rischio: per chi scatta ancora la luce rossa

Infine, il semaforo rosso. Qui il discorso si fa più complesso perché, pur in presenza di norme di distanziamento, il contagio potrebbe comunque essere favorito dalla natura stessa della mansione lavorativa. Le scuole, prima di tutto: con le classi affollate è praticamente impossibile garantire il distanziamento tra gli alunni, tra alunni e docenti e personale amministrativo. Poi, i parrucchieri e gli estetisti che hanno, per loro stessa natura, un contatto molto ravvicinato con i clienti. Lo stesso vale per i dentisti. Infine, il settore che anche intuitivamente è quello più a rischio: quello della ristorazione, dei bar, dei locali serali come le discoteche e tutto l’indotto dei grandi eventi (concerti, ma anche cinema e teatri). Per loro, la luce in fondo al tunnel potrebbe essere più lontana.

Share this article