Sindacati: «Il governo deve prolungare il blocco dei licenziamenti sino alla fine del 2020»

La dichiarazione arriva nel contesto delicato di una seria di riunioni di maggioranza e ministri sul decreto Agosto

06/08/2020 di Marta Colombo

I segretari di Cgil, Cisl e Uil Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Pierpaolo Bombardieri hanno sottolineato di aver già indetto un’iniziativa, che potrebbe diventare uno sciopero generale per il 18 settembre, se il governo e confindustria non decideranno di prorogare il blocco dei licenziamenti fino al 31 dicembre.

«Chi pensa di anticipare quella data alla fine dello stato di emergenza dimostra di non avere cognizione delle elementari dinamiche del mercato del lavoro e di non preoccuparsi delle condizioni di centinaia di migliaia di lavoratrici e di lavoratori», scrivono Cisl, Cgil e Uil.

La dichiarazione arriva nel contesto delicato di una seria di riunioni di maggioranza e ministri sul decreto Agosto. Nell’alleanza di governo, c’è chi vorrebbe che il blocco (previsto fino al 17 agosto) venga prolungato fino al 15 ottobre e chi vuole che venga esteso fino alla fine del 2020.

Mentre ieri sembrava prevalere la prima ipotesi, dopo l’uscita dei sindacati, pare che ci siano dei cambiamenti di rotta ed è spuntata l’ipotesi della mediazione: Finire il blocco il 15 ottobre ma farlo proseguire per le aziende che stanno utilizzando gli ammortizzatori sociali. La proposta, però, sembra già essere stata archiviata  a causa degli scontri tra Pd e MS5. 

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Confindustria sul blocco dei licenziamenti

«Come abbiamo spiegato in un documento inviato al governo due settimane fa – ha detto Confindustria in un comunicato – se l’esecutivo intende ancora protrarre il divieto dei licenziamenti, il costo per lo Stato sarà pesante. Come correttamente osservato dall’OCSE e da numerosi economisti, il divieto per legge assunto in Italia – unico tra i grandi paesi avanzati – non ha più ragione di essere ora che bisogna progettare la ripresa. Esso infatti impedisce ristrutturazioni d’impresa, investimenti e di conseguenza nuova occupazione. Pietrifica l’intera economia allo stato del lockdown».

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