L’assurdità di Instagram che banna la pagina di bufale.net

Il tutto senza fornire spiegazioni in merito

19/11/2020 di Enzo Boldi

Si lavora quotidianamente per offrire ai propri lettori una versione reale della realtà, andando a smentire ipotesi di complotto e fake news che imperano sui social e che vengono bevute da alcuni utenti come un bicchier d’acqua. Poi, una mattina, ci si sveglia e non si riesce ad accedere a una delle pagine social utilizzate per diffondere e divulgare quell’assiduo lavoro di fact-checking e debunking che ha un solo obiettivo: ristabilire l’ecosistema dell’informazione su internet. È questa la triste storia: Instagram banna bufale.net, senza fornire una spiegazione, senza parlare di violazioni. Insomma, senza alcun senso logico.

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Da 24 ore la pagina Instagram di bufale.net non è più raggiungibile. Questo è quel che appare a un utente che prova a cercarla sul motore di ricerca interno al social (ma anche cliccando sul pulsante posto nella bara di apertura del sito di fact-checking).

Abbiamo parlato con Claudio Michelizza che ci ha raccontato come sono andate le cose e le sue parole sono ricche di sconforto per via di una decisione non comunicata e di motivazioni non fornite: «Potevano avvertirci, dirci qualsiasi cosa. Anche mandare un messaggio tipo ‘Sei stato uno stronzo’. E invece nulla. Non ci è stato dato un motivo e da oltre 24 ore la nostra pagina Instagram è stata bannata». Ora si è messo in contatto con Facebook (stessa famiglia del ‘social della foto’), ma in attesa di una soluzione, emerge un grave problema.

Instagram banna Bufale.net senza motivo

«Da tempo, attraverso la mia pagina Facebook personale – racconta Claudio Michelizza a Giornalettismo – sto lavorando per far chiudere tutti quei gruppi di negazionisti e dei teorici del complotto che portano avanti la propria propaganda (che di recente ha messo nel mirino medici e infermieri) attraverso fake news e bufale create ad arte. Non avendo avuto indicazioni da Instagram, sospetto che la nostra pagina sia stata inondata da segnalazioni da parte di questi haters».

E il danno non è economico, ma di credibilità. Perché Instagram banna Bufale.net ma non va a intaccare a livello di guadagni. Michelizza, infatti, ci spiega come sul ‘social delle foto’ venissero raccontate le stesse storie affrontate sul sito ufficiale, senza trarne alcun beneficio in termini di pubblicità. Ma è qui che subentra un aspetto primario rispetto a tutto: «Così si fanno vincere gli haters che pensano di poter fare quel che vogliono, facendo passare un messaggio sbagliato».

Ma il ban non fermerà il lavoro di Bufale.net

In attesa di capire il perché, Michelizza non demorde. Ci ha spiegato che, dopo aver fatto chiudere alcune pagine di negazionisti bufalari su Facebook, le nuove dinamiche social hanno portato questi complottisti a trovare altre valvole di sfogo, attraverso piattaforme straniere. È da lì che tenta di riarmarsi l’esercito dei negazionisti: «Ma io non li mollo neanche lì». Perché un ban senza motivo non cancella anni di lavoro. Anzi, ne conferma la consapevolezza.

(foto di copertina: da Pexels)

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