Dopo BBC, anche Bloomberg ritira i giornalisti dalla Russia e CNN smette di trasmettere
Il panorama dell'informazione in Russia è cambiato in maniera drastica nell'arco di qualche giorno e anche i media internazionali cedono alle pressioni del governo russo
05/03/2022 di Ilaria Roncone
In una sola giornata, dopo l’approvazione della legge che prevede fino a 15 anni di carcere per chi diffonde fake news sull’esercito russo, il panorama dei media internazionali e dei social che operano in Russia è completamente cambiato. Dopo che ieri BBC ha ritirato i suoi giornalisti e che, in tarda serata, la Russia ha chiuso prima Facebook e poi Twitter, anche Bloomberg e CNN hanno deciso di agire per proteggere la loro informazione e i loro giornalisti. L’informazione in Russia libera e indipendente nazionale e internazionale – ovvero quella che sceglie di non assecondare le richieste del Roskomnadzor – sta lasciando il paese.
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Anche Bloomberg ritira i giornalisti e CNN smette di trasmettere
A partire da ieri le autorità russe hanno agito limitando l’accesso a siti di informazione come BBC, Deutsche Welle, Radio Liberty, Meduza. BBC ha scelto di ritirare i suoi giornalisti e non è passata più di qualche ora perché anche Bloomberg facesse la stessa cosa. CNN ha deciso di smettere di trasmettere nel paese. Già precedentemente Novaya Gazeta – periodico russo libero e indipendente – ha denunciato le interferenze tramite espressa richiesta del Servizio federale per la supervisione nella sfera della connessione e comunicazione di massa di cancellare alcuni articoli in cui l’azione di Putin in Ucraina è stata definita «guerra». Identica richiesta per altri giornali, tra cui Dozhd e Mediazona insieme ad altri ancora.
Precedentemente rispetto ai media internazionali, colpiti direttamente solo nell’ultimo paio di giorni, sono diversi i canali di informazione russi che hanno dovuto annunciare la chiusura perché impossibilitati a lavorare: chiunque non rispetti la versione del conflitto in Ucraina appoggiata dal governo russo, infatti, è stato in qualche modo sollecitato a farlo e – con la nuova legge in vigore – chiunque voglia raccontare la storia in una chiave narrativa non gradita alla Russia rischia molto. I media sono stati criminalizzati dal Roskomnadzor per avere incoraggiato le proteste che hanno animato varie città russe dopo l’inizio dell’invasione.